Cappelletti si era iscritto alla regata che doveva celebrare i 50 anni della Golden Globe, la competizione sponsorizzata dal quotidiano inglese Sunday Times partita lo scorso 1 luglio quando lui non era ancora pronto, e che fu la prima corsa intorno al mondo per solitari senza assistenza e senza scalo.
Francesco ha cercato di accelerare i preparativi e prendere l’ultimo cancello utile per la partenza, il 7 luglio, ma anche quella data era irrealistica.
Quando si parte per un viaggio di questa portata con una barca che secondo le regole di regata deve essere una specie di trappola per skipper, bisogna essere molto prudenti. A bordo niente AIS, niente radar ultima generazione, niente satellitari, niente GPS, niente bollettini meteo.
Tutto a bordo, secondo regolamento, deve essere come 50 anni fa, il problema che se a bordo il tempo si è fermato, fuori, in mare, questo ha corso e in cinquanta anni il traffico mercantile si è decuplicato e la velocità media delle navi è salita del 30% e con questi due elementi anche le possibilità di una collisione sono aumentate esponenzialmente.
L’estremismo degli organizzatori della regata è arrivato al punto di vietare gli orologi digitali, a bordo solo orologi meccanici e cassette a nastro come negli anni ‘70. Tutte cose che hanno portato la Federazione inglese e francese di vela a non riconoscere la regata.
Nonostante tutto Francesco non si è scoraggiato, anche se lui è il primo a dire che alcune cose sono una pazzia e ha acquistato un vecchio Endurance 35 che ha rimesso a posto tra un trasferimento e l’altro (Francesco è uno skipper professionista).
Quando tutti i cancelli temporali si sono chiusi, l’unico italiano iscritto alla Golden Globe, ha deciso di partire lo stesso, da solo, fuori regata ma sulla stessa rotta di questa e con le stesse limitazioni.
Quando i giornalisti gli hanno chiesto perché non ce l’ha fatta a essere sulla linea di partenza il 1° luglio, Francesco ha raccontato che la sua regata è iniziata molto tempo fa ed è stata una regata dura e combattuta, una regata contro la carenza costante di fondi per organizzare la partenza. Per una cosa come la Golden Globe, racconta Francesco, ci vogliono 100.000 euro e lui quel tipo di soldi non li aveva. I suoi risparmi li ha usati per comprare la barca, per il resto si è arrangiato con un crowdfunding e con l’aiuto degli amici. Uno di loro si è anche venduto la barca per contribuire all’impresa.
Dopo tutto questo, non partire sarebbe stata una follia, così Francesco ha deciso che la sua linea di partenza sarebbe stata sabato 21 luglio e, come per magia, sabato, in banchina c’era parecchia gente a salutarlo, compresa Silvia la sua fidanzata che si è allungata sulla banchina per dargli un ultimo bacio e iniziare con lui una lunga attesa per rivedersi, un’attesa che potrebbe essere di nove o dieci mesi.
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