martedì 15 luglio 2025
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Ponza, motoscafo si schianta sugli scogli: serve più sicurezza in mare

A Ponza un altro motoscafo si schianta a tutta velocità. Feriti a bordo. Serve agire con sistemi di controllo per evitare tragedie in mare.

Barca a motore si schianta a velocità contro la scogliera di Ponza
Barca a motore si schianta a velocità contro la scogliera di Ponza
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Non è la prima volta che accade, ma ogni volta lo sconcerto è grande. Ieri, a Ponza, l’ennesimo motoscafo da milioni di euro, lanciato ad alta velocità, è andato dritto senza accennare a decelerare, fino a schiantarsi contro la scogliera.

Chi era a bordo è stato sbalzato violentemente a terra; uno dei passeggeri, a quanto pare, si è ferito gravemente, tanto da rendere necessario l’intervento dell’eliambulanza.

Tutto sommato, possiamo dire che è andata bene. Spesso questi incidenti si concludono contro una barca a vela, troppo lenta per reagire, e in quel caso il morto è quasi garantito.

L’elenco di chi ha perso la vita perché qualcuno si è sentito padrone del mare è lungo: barche lasciate al pilota automatico con le manette a tre quarti di potenza, mentre il conducente era intento a fare altro, incurante del pericolo che stava creando agli altri.

Omicidio nautico: la legge non basta

Il governo è intervenuto. Il ministro di turno, con la consueta prosopopea dell’uomo forte che promette di risolvere tutto, ha introdotto il reato di omicidio nautico. In pratica, ha solo cambiato l’etichetta all’omicidio colposo. Nulla è cambiato, e nulla cambierà. Il numero di incidenti resta in linea con quello degli anni passati.

Noi di SVN lo abbiamo suggerito più volte: l’unico modo per affrontare davvero il problema è obbligare gli armatori delle barche a motore a installare dispositivi che verifichino se siano effettivamente di guardia.

  • Un pulsante da premere ogni 60 secondi: in caso contrario, i motori si spengono
  • Sistemi che monitorano l’attenzione del conducente
  • Limitatori di potenza quando è attivo il pilota automatico

Soluzioni semplici, ma nessuno agisce

Non si tratta di un’impresa complessa: un dispositivo del genere costa poche decine, al massimo centinaia di euro. Una spesa irrisoria rispetto al costo di queste imbarcazioni e, soprattutto, al valore di una vita umana.

Eppure non sembra che alcun attore – dal governo a Confindustria Nautica, dalle autoscuole nautiche che ormai intervengono su tutto ciò che riguarda il settore, fino alla Lega Navale – sia disposto a fare qualcosa per risolvere il problema.

In fondo si parla di tre, quattro morti l’anno e una decina di feriti: non è poi così grave, no?

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