Il francese Jean Le Cam, 64 anni, soprannominato nell’ambiente delle regate oceaniche “Le Roi Jean”, è uno degli skipper più esperti e carismatici della classe regina delle regate offshore, gli Imoca 60.
Le Cam ha alle spalle 5 Vendée Globe, il giro del mondo in solitario senza scalo, e si sta preparando per il sesto.
Fin dall’avvento dei primissimi Imoca foil, Le Cam è stato uno degli skipper più scettici riguardo questo tipo di soluzione applicata alle barche da Oceano.
Gli Imoca 60 dotati di foil hanno di fatto dominato le ultime edizioni del Vendée Globe e delle transoceaniche, ma anche al netto dei risultati Le Cam ha sempre sostenuto che altre strade, più semplici ed efficaci, fossero possibili.
Questa convinzione lo ha portato a varare un’Imoca 60 nuovo, in vista del Vendée Globe 2024, senza foil.
L’idea di Le Cam è che un Imoca senza foil come primo punto a favore abbia quello dei costi di costruzione più ridotti, ma i vantaggi secondo Le Roi non si fermano qui.
Tutti gli Imoca 60 senza foil che ci sono in circolazione sono barche con carene ormai molto datate, mentre la barca nuova di Le Cam, che si chiama Tout commence en Finistère, è stata sviluppata con i più recenti studi in termini di fluido e idrodinamica.
A curarne il progetto è stato David Raison, l’ingegnere velista che è stato uno dei pionieri delle prue rotonde, i cosidetti scow, prima nel mondo dei Mini 650 e poi nei Class 40.
I vantaggi di un’Imoca senza foil riguardano anche il peso: i foiler hanno bisogno di strutture molto robuste per potere reggere la spinta verticale delle appendici che consentono loro di alzarsi sopra la superficie dell’acqua, questo fa sì che il dislocamento sia maggiore rispetto a una barca senza foil.
Con una carena di nuova generazione come quella sviluppata sulla barca di Le Cam, è ragionevole pensare che parte del gap di prestazioni possa essere colmato, e in particolare un Imoca 60 con questa configurazione possa essere molto performante con poco vento e di bolina, condizioni in cui gli Imoca foiler non sempre si sono dimostrati efficaci.
Vero è che un giro del mondo come il Vendée Globe si corre per la maggior parte alle andature portanti, ma quando le condizioni diventano particolarmente estreme i foil a volte si sono dimostrati un tallone d’Achille, causando non pochi problemi tecnici e strutturali alle barche che li hanno montati.
Inoltre, quando il vento supera i 35 nodi e le onde diventano molto formate, spesso gli Imoca 60 ritirano i foil e rallentano volontariamente per evitare il rischio di problemi strutturali.
Una barca senza foil, nell’idea di Le Cam, in condizioni molto dure può osare di più, rimanendo più invelata e spingendo maggiormente sull’acceleratore.
La barca di Le Cam ha una carena a spigolo molto netta, con volumi di prua potenti che ricordano i Class 40 di ultima generazione.
Dotata di chiglia basculante come tutti i 60, rispetto alle barche di vecchia generazione ha due derive laterali rette, posizionate alle estremità laterali della barca. La deriva sottovento viene immersa quando la chiglia viene angolata sopravento, e dalle prime immagini mostrate sembra riuscire anche a fornire un po’ di spinta verticale per ridurre la superficie bagnata.
Si tratta in fin dei conti di una scommessa, sia pur solitaria perché al momento non c’è nessun altro skipper della flotta Imoca 60 che stia seguendo la stessa strada.
Tutti gli Imoca 60 varati nell’ultimo anno sono infatti dotati di foil, tranne quello di Le Cam.
Chi avrà ragione?
Non lo scopriremo alla prossima Transat Jacques Vabre, alla quale Le Roi non parteciperà perché ancora nella fase di messa a punto della sua barca. Il banco di prova definitivo sarà il Vendée Globe 2024.
© Riproduzione riservata