martedì 10 dicembre 2024
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Olimpiadi: rischiare di morire per una medaglia

Due tonnellate e mezzo di pesce morto sulle spiagge della baia di Rio riaccendono la polemica inquinamento

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Rio de Janeiro (Brasile) – L’anno scorso durante dei giochi in vista delle Olimpiadi di quest’anno alcuni velisti provenienti da diverse parti del mondo che si allenavano nella baia di Rio sono stati ricoverati d’urgenza perché venuti a contatto con l’acqua del mare molto inquinata.

Gli allarmi sullo stato di forte inquinamento di quella baia sono arrivati un po’ da tutte le parti, ma FIV e ISAF continuano a dire che la situazione è sotto controllo e che per gli atleti non ci sono pericoli.

E’ di questi giorni la notizia che in quella stessa baia si è verificata la morte di circa 2,5 tonnellate di pesce a causa dell’inquinamento. In acqua galleggiano vere e proprie isole di pesci morti.

La situazione è grave e la FIV dovrebbe, quanto meno, dare delle spiegazioni tecniche e non fare inviti generici a mantenere la calma dicendo che non c’è alcun pericolo.

Il pericolo esiste e quei pesci sulla spiaggia lo testimoniano così come i ragazzi che sono finiti in ospedale. La città di Rio aveva promesso di porre rimedio alla situazione, ma non sembra che abbia fatto molto e tutto è rimasto più o meno come era all’origine, quando lo stesso comitato olimpico aveva detto che senza cambiamenti drastici non sarebbe stato possibile far partire le gare in acqua (non solo quelle di vela).

Esistono delle analisi dell’acqua, quindi si sa di che tipo d’inquinamento si sta parlando, ora bisogna sapere se ci sono dei rimedi che mettano in sicurezza i ragazzi. Se esistono, quali sono? Se la FIV ha queste informazioni, perché non le divulga, se non le ha, perché non prende provvedimenti?

Il comportamento dell’ISAF dopo i fatti di razzismo avvenuti in Malesia durante Youth World Sailing Championship tenutesi a Langkawi, mostra come l’organizzazione internazionale sia abile nella politica dello struzzo che tira fuori la testa quando ormai tutto è finito.

La situazione dei velisti è molto delicata, da una parte gli atleti sarebbero disposti ad affrontare qualsiasi rischio pur di partecipare a un’olimpiade, dall’altra, però, cadere dalla barca o entrare in contatto con l’acqua inquinata attraverso gli schizzi è facilissimo. La domanda è, qualcuno sa quali sono i reali rischi che questi ragazzi corrono e, almeno, è stato approntato un protocollo di primo intervento, ci sono dei medici che sanno cosa fare nel caso d’incidente?

Se non si prendono provvedimenti ora, si rischia, in caso d’incidente durante le Olimpiadi, di dover sospendere i giochi per la loro componente velica, perché, in ogni caso, la salute degli atleti è più importante anche di una medaglia olimpica.

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