Nella piccola isola, lunga sette chilometri e larga duecento metri, è presente un impianto i cui metodi e carichi di lavoro sembrano essere lontani dagli standard di sicurezza. La struttura, infatti, inizialmente progettata per raccogliere i rifiuti della sola capitale Malè, è sottoposta a un lavoro straordinario in quanto vi arriva anche la spazzatura prodotta dagli altri atolli, quelli maggiormente frequentati dai turisti.
Le circa trecento tonnellate d’immondizia provenienti quotidianamente via mare non riescono a essere completamente smaltite e incenerite ma vengono depositate in una discarica che attualmente è già di cinquanta ettari e cresce di un metro quadro al giorno. Ad aggravare la situazione è anche la tipologia dei materiali scaricati come batterie usate, amianto, piombo e rifiuti elettronici che, qualora finissero in acqua, intaccherebbero la catena alimentare e recherebbero seri danni alla barriera corallina.
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