Se il Governo non avesse fatto nulla, questa estate per i natanti italiani sarebbe stato impossibile entrare in acque nazionali slovene, croate, greche e di altri paesi europei.
Il natante, ovvero la barca non immatricolata, esiste solo in Italia ed essendo un mezzo non registrato, non ha bandiera, quindi non può essere riconosciuto dalle autorità del paese ospitante. Per questo motivo molti paesi arrivano sino al sequestro della barca qualora il natante dovesse entrare nelle loro acque nazionali.
Il problema è stato risolto con un emendamento al DDL "Made in Italy".
In base all'emendamento sarà sufficiente presentare alle autorità dei Paesi dell'UE un documento contenente i dati tecnici dell'imbarcazione (DCI - Dichiarazione di Costruzione o Importazione), unitamente a una dichiarazione di possesso del proprietario autenticata dagli Sportelli Telematici dell'Automobilista (STA). Questo documento attesterà la proprietà, la nazionalità e le caratteristiche dell'imbarcazione, consentendone la navigazione in acque straniere.
Nello stesso emendamento si è risolto anche il problema dei possessori di natanti che intendono immatricolarli, ma che non hanno una fattura di acquisto o un documento che ne accerti la proprietà.
Questi potranno presentare una auto-dichiarazione sostitutiva di atto notorio, sempre con la sottoscrizione autenticata dagli Sportelli Telematici dell'Automobilista (STA). Questa dichiarazione attesterà che l'imbarcazione da diporto è di loro esclusiva proprietà, fornendo informazioni sulla data e il luogo di acquisto e sul venditore.
Le due norme a favore dei Natanti sono da inquadrare negli sforzi di Confindustria Nautica e del Governo a favore della piccola nautica, sforzi che si concentrano del DDL “Made in ITaly”.
Per ottenere maggiori dettagli su come dovrà essere redatta la dichiarazione e se questa dovrà essere in italiano, in inglese o in entrambe le lingue, sarà necessario attendere i decreti attuativi del DDL.
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