martedì 25 marzo 2025
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A bordo vinse la solidarietà

Secondo degli studiosi di Brisbane, il lento affondamento della nave diede il tempo ai passeggeri di mettere da parte l'egoismo e l'istinto alla sopravvivenza

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Londra – Nei momenti concitati dell'affondamento del Titanic, tra le persone a bordo prevalsero ragione e solidarietà, e non l'istinto di sopravvivenza. E' questa la conclusione a cui è giunta la ricerca, pubblicata sulla rivista dell'Accademia americana delle Scienze, di un pool di studiosi appartenenti alla Queensland University di Brisbane guidato da Benno Togler.
Secondo i ricercatori, infatti, a salvarsi dalla tragedia che colpì la nave nel 1912 furono soprattutto donne e bambini; un dato da comparare con un altro caso analogo, l'affondamento della Luisitania nel 1915, in cui scamparono alla morte principalmente uomini giovani, dai 16 ai 35 anni. Per gli studiosi di Brisbane, la differenza tra questi due episodi sta nei tempi di affondamento. Il Titanic, che causò la morte di 1.517 persone, ci mise più di tre ore per inabissarsi completamente; la Luisitania (1.198 morti) pochi minuti. In quest'ultima nave avrebbe quindi prevalso il senso dell'autoconservazione con giovani e adulti che riuscirono a salvarsi in maniera autonoma. Al contrario, nel Titanic, il lento affondamento diede il tempo ai naufraghi di mettere da parte l'istinto alla sopravvivenza che rende egoisti, stimolando un sentimento di solidarietà.

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