Se però, nelle stesse ore si andava a chiedere agli operatori del settore nautico che esponevano al Salone Nautico di Parigi che proprio sabato ha aperto i battenti come stessero andando le vendite, si sarebbero avute risposte entusiaste. I parigini che con l’avvicinarsi delle festività avrebbero voluto fare acquisti, non sono stati disposti a rinunciarci e buona parte di loro si sono riversate al Nautic, come fosse un grande centro commerciale.
Accastillage Diffusion e Uship, le due grandi organizzazione di vendita di accessori nautici, hanno registrato vendite da record.
Ma sabato è stato un giorno eccezionale, passata la bufera Parigi è tornata alla normalità di un salone ormai agli sgoccioli, con un padiglione principale dove mentre una volta c’erano decine e decine di barche, tanto che trovare un cantiere era un’operazione complessa se non si aveva una guida, oggi invece c’è qualche barca che di tanto in tanto sbuca tra gli stand di marina privati e società di charter.
In totale abbiamo contato non più di dieci cantieri. Parigi ha perso la sua battaglia contro Dusseldorf e Genova ed è stato il salone che ha risentito di più della crisi economica.
Se il Salone di Genova ha vissuto momenti in cui si è pensato dovesse morire ma che oggi ha saputo ritrovare la strada per tornare a crescere, Parigi quella strada non è riuscito a imboccarla e ora è come un dinosauro agonizzante sdraiato al centro della capitale francese.
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