L'obiettivo di questa navigazione, organizzata da Giacomo De Stefano, è quella di compiere un elogio alla natura e ai valori del fiume e della gente che lo abita, perchè il principale corso d'Italia non più di cento anni fa era facilmente navigabile. “Risalendo il Po - racconta De Stefano - vorrei incontrare le persone che hanno una storia legata ad esso e accogliere tutti coloro che vorranno navigare con me. Una volta si andava senza problemi da Venezia a Torino, mentre oggi bisogna scendere e spingere”.
La barca che sta tentando di raggiungere il capoluogo piemontese è stata costruita dal cantiere Vento di Venezia, è lunga cinque metri e mezzo e dotata di un baglio massimo di un metro e mezzo e una chiglia retrattile che può misurare dai venti ai novanta centimetri. In alcuni tratti, procedere soltanto grazie all'armo velico alla latina è impossibile, cosicché Porto e il suo equipaggio sono costretti ad avanzare grazie alla spinta dei remi. I navigatori hanno attraversato in questi giorni il tratto reggiano del fiume e dovrebbero raggiungere Torino il prossimo 8 giugno.
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