
Ieri sera, 23 giugno, è andata in onda la trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro. La trasmissione ha dedicato due servizi al Bayesian.

In particolare, nel primo servizio sono state mostrate immagini interessanti riprese dalle due telecamere installate sulle crocette dell’albero del superyacht, entrambe puntate verso poppa.
Le telecamere riprendono parte della poppa del veliero sino all’ultimo istante, quando la barca si inabissa e le immagini si interrompono.
Una delle due telecamere è puntata sul tendalino del fly della barca. In particolare si vede il lato sinistro della nave nella zona poppiera, dove il tendalino è inferito al rollbar che supporta la rotaia del trasto.
Il tendalino si strappa poco prima dell’affondamento


Il tendalino, che appare piuttosto robusto, non ha supporti laterali e a un certo punto comincia ad agitarsi, segno evidente dell’arrivo del vento. Quel tipo di tendalino, soprattutto se di grandi dimensioni, è progettato per resistere fino a un massimo di 30-35 nodi.
Nel servizio andato in onda ieri sera si parlava di una resistenza fino a 40-50 nodi, ma come ha chiarito anche l’ingegnere ospite in studio a Quarta Repubblica (servizio Bayesian 01:55:00), si tratta di valori ben superiori alle reali capacità di resistenza.
Nelle immagini inedite si vede come il tendalino resista finché, improvvisamente, alle 4:04, viene completamente strappato via dal vento. Sono gli ultimi istanti prima dell’affondamento, che avviene esattamente alle 4:05 del 19 agosto 2024.
È plausibile che al momento della rottura del tendalino il vento fosse intorno ai 40-50 nodi.
L’unica evidenza certa sull’intensità del vento è la testimonianza di Karsten Borner, comandante del Sir Robert Baden Powell, un veliero di 42 metri che si trovava nella baia di Porticello, a poche decine di metri dal Bayesian.
Borner ha dichiarato che, nel momento della raffica più forte, l’anemometro di bordo ha registrato 41 nodi.
Non esiste alcuna evidenza che il vento, al momento dell’affondamento, abbia superato i 70 nodi, come invece riportato da diversi media nei giorni successivi. Nessuna delle fonti disponibili, comprese le rilevazioni strumentali vicine al punto dell’incidente, conferma quei valori.
Una raffica da sola non basta ad affondare una barca
Una raffica da 40 o anche 50 nodi non è sufficiente ad affondare una barca come il Bayesian, e in generale, nessuna barca in buono stato di manutenzione. A meno che al vento molto forte non si sommino altri fattori capaci di compromettere la stabilità. E soprattutto, non è in grado di causare un affondamento in pochissimi minuti.
Nel video, alle ore 4:00, il Bayesian è ancora dritto, senza inclinazioni evidenti. Lo si deduce anche dal modo in cui cammina una persona ripresa dalle telecamere proprio in quell’istante: si muove contrastando il vento, ma non è inclinata lateralmente, come accadrebbe se la barca fosse sbandata. Esattamente cinque minuti dopo, la barca affonda.
Il limite strutturale della barca e il mistero del superamento
Va ricordato che l’ex comandante del Bayesian, Stephen Edwards, che ha condotto la barca dal 2015 al 2020, prima che fosse acquistata dalla Revtom Ltd (società di cui Angela Bacares, moglie di Mike Linch, era amministratrice), ha dichiarato che con quella barca aveva già affrontato raffiche di 70 nodi senza conseguenze.
D’altro canto, alcuni studi hanno ipotizzato che, a secco di vele e con la chiglia alzata, il Bayesian avrebbe potuto superare l’angolo critico di stabilità — circa 70,6 gradi — con una raffica di 63,4 nodi. Se questi valori venissero confermati, significherebbe che il Bayesian, in quel momento, si trovava molto vicino al limite delle sue capacità strutturali.
Era, comunque, al limite. Cosa gli abbia fatto superare quel limite resta, ancora oggi, un mistero.
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