
Si allarga l’inchiesta sulla tragica morte di Rob Cornelis Huijben, il sub olandese deceduto il 9 maggio scorso durante un intervento subacqueo al largo di Porticello, in Sicilia.
Huijben era impegnato nelle operazioni di recupero del Bayesian, il veliero affondato il 19 agosto scorso nella baia di Porticello in Sicilia, quando ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire.
La Procura di Termini Imerese, che indaga sull’accaduto, ha ora iscritto nel registro degli indagati altre due persone: Willem Mange Woute, responsabile della sicurezza, e Jeroen Mooij, direttore del cantiere.
Entrambi sono accusati di omicidio colposo e violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
I due si aggiungono a De Kam Pieter Leedert Willem, legale rappresentante della Smit Salvage, la società olandese per cui Huijben lavorava, già indagato nei giorni successivi all’incidente.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Raffaele Cammarano e dalla procuratrice facente funzioni Concetta Federico, starebbero emergendo gravi lacune organizzative e operative nella gestione dell’intervento subacqueo.
In particolare, la società Smit Salvage non sarebbe iscritta al Repertorio regionale delle imprese abilitate alle lavorazioni subacquee in Sicilia, requisito indispensabile previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza.
Inoltre, la formazione dei dipendenti impiegati nelle operazioni sarebbe risultata inadeguata rispetto alla complessità e ai rischi del lavoro da svolgere. Questo elemento rafforza l’ipotesi che il sub sia stato inviato in acqua senza le necessarie tutele tecniche e normative.
Soprattutto sarà da accertare se il sub poteva operare da solo. Da quanto si è capito della dinamica dell’incidente se fosse stato in coppia con un collega, probabilmente si sarebbe salvato.
La Smit Salvage, in seguito all’incidente e alle proteste dei suoi sommozzatori che reputavano il lavoro troppo rischioso, ha rinunciato all’incarico, che è passato a un’azienda di Olbia.
Una decisione che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere legata alla consapevolezza da parte della società olandese di non possedere i requisiti minimi richiesti per l’intervento.
Per le società straniere non è semplice operare nel nostro paese dove le leggi per la sicurezza del lavoro, nonostante ci siano sempre molte vittime, sono molto più stringenti che in altri paesi europei.
Le indagini, tuttora in corso, mirano a ricostruire nel dettaglio la catena di responsabilità che ha portato alla morte di Huijben. Un decesso che poteva, forse, essere evitato con una gestione più attenta e conforme alla normativa vigente.
Sullo sfondo resta anche l’interrogativo sul destino del Bayesian, il cui recupero è diventato un caso giudiziario oltre che tecnico.
© Riproduzione riservata