A bordo c’erano cinque persone. Una vota in mare lo skipper ha alzato le vele e per un po’ la navigazione non ha avuto problemi, ogni tanto lo scafo quando si trovava sopravento si alzava leggermente, segno che la barca era troppo invelata.
A un certo punto, probabilmente spinto da un’onda più alta delle altre (le onde erano di circa 6 metri) il catamarano ha scuffiato.
Gli uomini sono caduti in mare e si sono attivati i beacon personali di chi li aveva attaccati al giubbotto salvagente ed è subito scattato l’allarme.
Grazie al fatto che i beacon lanciano un segnale con le coordinate GPS, i soccorsi sono giunti in aiuto in poco tempo.
Quando le motovedette sono arrivate sul luogo hanno potuto recuperare due persone, una ragazza di 16 anni e un uomo di 40; per gli altri tre membri dell’equipaggio non c’è stato nulla da fare.
Il salvataggio è stato reso molto difficile dal fatto che le vittime erano incastrate in un intrigo di sartie, drizze e scotte che, con la rottura dell’albero, conseguente al ribaltamento, si erano aggrovigliati.
La Guardia Costiera non ha ancora reso noto se l’uomo salvato sia o meno lo skipper della barca e se la magistratura intenda sollevare qualche accusa nei suoi confronti.
Il catamarano, come i monoscafi, è molto difficile da far scuffiare e ci si riesce solo in condizioni estreme. Questa volta la furia dell’oceano sembra abbia incontrato la superbia di uno skipper che ha voluto osare oltre il lecito.
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