Sole, vento intorno ai venti nodi e, come hanno fatto in tutte e dieci le occasioni in cui la regata ha visitato Auckland, moltissimo pubblico, decine di migliaia di persone uscite in mare per salutare i velisti.
Gli spagnoli di MAPFRE, i leader della classifica generale, hanno ottenuto la partenza migliore e ha guidato la flotta sul percorso costiero nel Waitematā Harbour e verso l’Hauraki Gulf, tallonati da Dongfeng, Team Brunel con l’italiano Alberto Bolzan e Turn the Tide on Plastic, con la triestina Francesca Clapcich.
In perfetto stile classico degli albori della regata, la settima tappa della Volvo Ocean Race porterà i team a percorrere 7.600 miglia teoriche nell’Oceano Antartico, a doppiare il celeberrimo Capo Horn, prima di rientrare in Atlantico e concludere il loro viaggio a Itajaí, in Brasile.
La prima Zona di Esclusione dei Ghiacci, permetterà alle barche di spingersi fino a una latitudine di 59 gradi sud, entrando nei “Cinquanta Urlanti” dove il vento e le onde soffiano e si sviluppano senza alcun impedimento della terraferma, raggiungendo intensità e altezze sconosciute altrove.
Sarà anche il freddo intenso ad accompagnare i velisti e la rotta porterà le barche a raggiungere il luogo più remoto del pianeta, Point Nemo, dove solo la stazione spaziale internazionale passa così vicina come la flotta della Volvo Ocean Race.
In questa tappa i sette team dovranno essere in grado di tenere un difficile equilibrio tra spingere al massimo e non rompere l’attrezzatura, perché come si ‘per vincere prima bisogna arrivare’.
“E’ una parte del mondo dove a volte devi dimenticarti di essere in regata e pensare solo alla barca e ai tuoi compagni,” ha spiegato lo skipper di Dongfeng, Charles Caudrelier.
“E’ un luogo speciale, l’oceano meridionale, ci sono onde enormi, il vento è forte, bisogna stare attenti.”
I team vi entrano dopo aver lasciato l’ultima boa del percorso costiero, e le previsioni meteo parlano di un tratto di bolina con vento da est intorno ai 30 nodi, per doppiare la Coromandel Peninsula e il Capo est della Nuova Zelanda, prima di puntare a sud alla ricerca dei sistemi depressioni che li spingeranno verso il mitico Capo Horn, che dovrebbero raggiungere fra 11 giorni, secondo le stime degli organizzatori.
Per la settima tappa organizzatori e partecipanti per sicurezza hanno deciso che non sarà disponibile lo strumento dello Stealth Mode, la modalità nascosta che permettere ai team di nascondersi alla vista degli avversari e del pubblico.
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