giovedì 20 marzo 2025
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Telefonica Blue: la sfida di Bekking

Le aspettative del velista nordico, che ha avuto lungo tempo per preparare la campagna, sono ovviamente quelle di centrare il successo finale

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Alicante - Si parte il 4 ottobre, con un prologo di “appena” venti miglia nelle acqua di Alicante. Poi, dalla settimana seguente si farà sul serio, navigando verso le sponde di tutto il mondo: da Singapore a Rio de Janeiro, da Città del Capo a Stoccolma. E' la Volvo Ocean Race, competizione transoceanica per equipaggi che si affronteranno a bordo di Open 70.

Tra questi figura il team spagnolo Telefonica, presente con due imbarcazioni, “Blue” e “Black”, la prima delle quali sarà comandata da Bouwe Bekking, olandese alla sesta partecipazione in questa regata, che ha raccontato le proprie impressioni a un mese dallo start.

“Dovevamo partire con una barca nuova e la vecchia Brasil 1 - ha detto - ma alla fine l'armatore Pedro Campos ha trovato i fondi per costruirne un'altra in Nuova Zelanda, perchè ad Alginet (Spagna) non c'era più spazio. Sono due unità gemelle, cambiano solo i materiali, in quanto nella nazione australe avevamo soltanto un fornitore disponibile”.

Le aspettative del velista nordico sono ovviamente quelle di centrare il successo finale.

“Rispetto alla scorsa partecipazione - ha continuato - abbiamo avuto più tempo per preparare la sfida. E' da dieci mesi che eseguiamo ogni tipo di test, al contrario della passata occasione quando preparammo tutto in novanta giorni”.

Le difficoltà per Bekking non consisteranno tanto nel nuovo percorso che prevede soste in mari mai toccati finora, come quelli del sud-est asiatico, quanto nelle alte temperature: “Il nemico da combattere sarà il caldo. Navigheremo a lungo nei pressi dell'Equatore e in barca si potranno raggiungere i cinquanta gradi”.

Una sfida difficile da superare, che per Bekking merita comunque di essere affrontata per le emozioni che sa donare.

“Della VoR mi piace il lavoro di squadra e la complicità che si crea tra i membri dell'equipaggio, indispensabile per ottenere grandi risultati. Poi c'è l'aspetto velico. Navigare per giorni e giorni a venti nodi e confrontarsi con tutti gli elementi. Come quando nella scorsa edizione, a quaranta ore da Capo Horn ci siamo trovati con trenta nodi di vento, cielo completamente limpido e luna piena. Le onde erano di circa sei metri, ma la barca era perfettamente sotto controllo. Difficile da spiegare al pubblico...”.

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