giovedì 31 luglio 2025
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Malore nella pozza dei fanghi: chiusa di nuovo l’area termale di Vulcano

Un turista finisce in ospedale dopo un bagno nella pozza dei fanghi di Vulcano. Il sito termale viene nuovamente chiuso. Si indaga sulla sicurezza.

Malore nella pozza dei fanghi: chiusa di nuovo l’area termale di Vulcano
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La riapertura della pozza si trasforma in un nuovo caso giudiziario

Era stata annunciata come il grande ritorno dell’estate alle Eolie, ma la riapertura della pozza dei fanghi di Vulcano si è trasformata in un nuovo caso giudiziario. A pochi giorni dalla tanto attesa apertura avvenuta il 1 giugno, il sito termale è stato nuovamente sequestrato a seguito del malore accusato da un turista.

Diabetico e con problemi agli arti entra nell’area termale

L’uomo, in vacanza sull’isola, secondo le prime informazioni avrebbe patologie pregresse, tra cui il diabete e disturbi circolatori agli arti inferiori. Secondo quanto emerso nelle prime ore successive all’accaduto, dopo essersi immerso nel laghetto termale avrebbe accusato un forte malessere che ha richiesto l’intervento immediato della guardia medica.

In un primo momento è stato trasportato a Lipari, poi trasferito con urgenza al Civico di Palermo e infine al Niguarda di Milano, dove si trova attualmente ricoverato con sospetti danni circolatori ai piedi. Secondo le prime valutazioni mediche, potrebbe trattarsi di un principio di necrosi.

Dubbi sulla sicurezza del sito

L’episodio ha sollevato forti dubbi sulla sicurezza dell’area fangosa, riaperta soltanto il 1 giugno dopo cinque anni di chiusura. Il sito era stato sottoposto a sequestro nel 2020 per irregolarità edilizie, ma negli ultimi mesi il gestore Geoterme Vulcano aveva ottenuto il via libera alla riattivazione dell’attività, dopo aver implementato nuovi sistemi di controllo ambientale, informazione al pubblico e monitoraggio sanitario.

L’ingresso dovrebbe essere limitato?

Nonostante le nuove misure introdotte – tra cui sensori per il rilevamento dei gas, stazioni meteo, videosorveglianza e obbligo di consenso informato – l’incidente ha fatto scattare l’immediato intervento della magistratura. Il sequestro attuale ha carattere probatorio e servirà ad accertare se le condizioni della pozza rappresentino un rischio per la salute, in particolare per le persone con patologie pregresse.

Pozza dei fanghi motore economico di Vulcano

Per il turismo eoliano, la vicenda rappresenta un duro colpo. La pozza dei fanghi è da sempre una delle attrazioni simbolo di Vulcano, amata dai visitatori per le presunte proprietà curative. Ma ora, tra perizie chimiche e indagini giudiziarie, si riaffaccia l’interrogativo su quanto queste esperienze naturali possano essere compatibili con la salute pubblica.

Anche se in effetti ci si dovrebbe chiedere se sia giusto che persone con problemi noti e pregressi non si curino delle diverse avvertenze e entrino comunque nell’area termale, ma se l’uomo si sarebbe dovuto o meno astenere dall’entrare nell’area termale e se questa era effettivamente in sicurezza, lo stabiliranno le autorità.

Seguire le avvertenze

Le autorità locali hanno ribadito l’importanza di seguire scrupolosamente le indicazioni affisse e di valutare attentamente le condizioni fisiche personali prima di accedere al laghetto.

Intanto si attendono gli esiti degli accertamenti per capire se la riapertura potrà essere confermata o se la chiusura si protrarrà ancora, gettando ombre sulla stagione turistica appena iniziata.

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