Tutto faceva pensare che il passaggio della Bay of Plenty, la baia lungo la costa neozelandese dopo l'uscita dal canale Colville, sarebbe stato calmo e invece, come indica il nome (la Baia dell'Abbondanza) i sei team hanno fatto i conti con venti più intensi di quanto previsto che hanno raggiunto anche intensità prossima ai 20 nodi, nell'approccio all'East Cape, il punto più orientale della Nuova Zelanda.
E proprio in questa zona i sei team hanno dovuto prendere la prima opzione tattica importante decidendo come entrare nell'oceano del sud e iniziare la navigazione in alto mare, una volta liberi dall'influenza della terra ferma.
Il primo segnale di una separazione della flotta, che era guidata dagli spagnoli di MAPFRE, è stata la scelta da parte di Team Brunel e Team Alvimedica di puntare a sud e portasi su una rotta più orientale.
Le condizioni di vita a bordo, di conseguenza, sono peggiorate. I due team più a nord, Brunel e Alvimedica sembrano spingere più a fondo e navigano un nodo più velocemente del resto della flotta, facendo registrare una velocità media di 21 nodi nelle ultime 12 ore.
All'altro estremo del “campo di regata” a una settantina di miglia di distanza, il gruppo dei sudisti è guidato da Abu Dhabi Ocean Racing il cui log ha registrato una velocità media di 20 nodi.
MAPFRE e Dongfeng Race Team sono a nord-est del team guidato da Ian Walker, mentre l'equipaggio femminile di Team SCA ha optato per un approccio più neutrale e si trova nel mezzo, ma fa registrare grosso modo le stesse velocità medie di Abu Dhabi Ocean Racing.
Intanto gli organizzatori hanno confermato di aver variato gli Ice limit, cioè la linea immaginaria definita per fare in modo che le barche non entrino nella zona di maggior rischio di incontrare iceberg e growler.
La flotta dovrebbe raggiungere la meta di Itajaì intorno ai 7 aprile.
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