Ad un certo punto una delle navi ha rotto il cavo di traino. La seconda nave non ha potuto fare altro che cercare di far derivare la piattaforma in una rada più protetta nel tentativo di contenere le eventuali perdite di carburante e quindi liberare il cavo per andarsi a mettere in salvo in porto. Nel frattempo il vento era salito a oltre 70 nodi e le onde oltre i 15 metri di altezza.
Ora la Kulluk è in una rada di una piccola isola disabitata dell’Alaska meridionale e sembra reggere bene alla furia del mare. La Guardia Costiera Americana ha messo in moto la macchina dei soccorsi e dell’antinquinamento, 500 persone stanno approntando tutti i mezzi necessari per contenere le eventuali perdite dalla piattaforma che ha a bordo 45.000 di olio lubrificante e oltre mezzo milione di litri di gasolio.
Al momento le condizioni del mare sono proibitive e le squadre di soccorso non riescono a salire a bordo. I diciotto marinai della piattaforma sono tutti salvi, tre di loro si sono leggermente feriti nel trasbordo sulla nave dopo che la piattaforma è stata fatta arenare nella rada.
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