giovedì 16 gennaio 2025
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Amsterdam: scadenza imminente per il divieto delle imbarcazioni a motore a scoppio

Amsterdam si prepara a vietare l'uso delle imbarcazioni a motore a scoppio entro la fine del 2025, con un impatto significativo sul trasporto pubblico e privato sulla rete di canali della città.

Amsterdam: scadenza imminente per il divieto delle imbarcazioni a motore a scoppio
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Si approssima la scadenza del provvedimento varato nel 2020 dal Comune di Amsterdam per la messa al bando delle imbarcazioni con motore a scoppio lungo i canali: entro la fine del 2025 tutte le unità dovranno essere dismesse o riconvertite all’elettrico.

In una città percorsa da una miriade di corsi d’acqua e in cui il trasporto, sia pubblico che privato o di merci, è spesso svolto su chiatte e battelli, si tratta di una misura destinata ad avere un forte impatto sulla vita dei cittadini e dei tantissimi turisti che la visitano ogni anno.

Le stime parlano di circa diecimila imbarcazioni interessate dal provvedimento, compresi i tipici barconi che costituiscono una delle principali attrazioni di Amsterdam e che trasportano ogni anno circa quattro milioni di passeggeri, navigando ogni giorno per oltre quattordici ore. Compresi anche quelli utilizzati in modo stanziale come house boat o piccoli alberghi di charme che fanno parte del caratteristico panorama.

La zona di esclusione coincide più o meno con la ZFE, l’area a traffico limitato della città dove sono in vigore forti limitazioni agli autoveicoli più inquinanti. Il proposito dell’Amministrazione è chiaramente quello di abbassare in modo drastico le emissioni inquinanti, per migliorare la qualità dell’aria.

Dal 2026 potranno essere registrate solo imbarcazioni elettriche (bollino verde) o ibride (bollino arancione); nessuna nuova registrazione sarà possibile al di fuori di queste due categorie. Tuttavia, anche per rispondere al clamore suscitato dall'iniziativa, le imbarcazioni da diporto già iscritte potranno acquistare una vignetta che consentirà loro di navigare nell’area fino al 2029. Tale diritto si perderà con la vendita dell’imbarcazione e potrà essere rinnovato solo con un cambio del sistema di propulsione.

Al momento, soltanto un 5/10% delle unità circolanti possiede i requisiti richiesti, e le stime dei costi per la trasformazione in elettrico parlano di cifre che vanno da poche migliaia di euro a diverse decine di migliaia per ciascuna di esse.

La Rederij Kooij, una delle più importanti compagnie di trasporto di Amsterdam, ha già avviato un programma di conversione. Stimando che l’acquisto di un nuovo battello in linea con la recente normativa costerebbe circa un milione di Euro, ha scelto di inserire la sostituzione del motore a quelli di cui dispone quando vengono fermati per la manutenzione, aggiungendo 50.000 Euro di spesa ai 150.000 euro mediamente in bilancio per le riparazioni programmate.

La Kooij monitora la sua flotta, compresi i livelli di carica delle batterie, da una moderna cabina di controllo all'interno di un vecchio edificio in pietra vicino alla diga di Amsterdam, dove nel 1600 arrivavano navi cariche di spezie provenienti dalle Indie Orientali.

Resta il nodo spinoso della ricarica. Il provvedimento prevedeva la creazione di cento stazioni da 16A ad uso esclusivo per le imbarcazioni entro il 2021. Al momento ne risultano installate solo un paio di dozzine ad uso pubblico, se si escludono quelle all’interno dei porti turistici, e di quelle private di cui si sono già dotate le grosse compagnie.

Resta anche la questione della produzione di energia: i Paesi Bassi hanno una delle percentuali di rinnovabili tra le più basse d’Europa, intorno al 40% del totale. Il resto viene prodotto con combustibili fossili, petrolio, carbone e soprattutto gas. Ed è questa una delle ragioni per cui si sono opposti al tetto del prezzo come misura di pressione sulla Russia dopo l’inizio della guerra in Ucraina.

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