Questo tranquillizza sia gli acquirenti privati sia le società di charter che avevano acquistato barche dal cantiere, anche se rimane sempre il punto interrogativo sulla liquidità del cantiere. Il Tribunale ha autorizzato questo a rimanere aperto e continuare a operare sospendendo tutte le azioni da parte dei creditori.
Al di là delle congetture sul perché la Bavaria sia arrivata a questo punto, ora bisognerà capire se esiste un investitore che possa essere interessato all’acquisizione del cantiere.
Fonti qualificate della Beneteau ci dicono, anche se non ufficialmente, che il cantiere francese non è interessato all’acquisto del marchio tedesco e stessa cosa sembra valere per la Jeanneau.
Il gruppo Hanse, per quanto sia molto cresciuto in questi anni, non dovrebbe avere la forza economica necessaria per effettuare l’acquisizione e, molto probabilmente, neanche l’interesse a farlo. Potrebbe invece intervenire il fondo d’investimento Aurelius, che dal 2011 possiede il gruppo, con un’operazione simile a quella fatta dalla Beneteau nel 1992 quando il cantiere francese acquisì la Jeanneau che era prossima al fallimento. Se così fosse il fondo arriverebbe a possederebbe tutti i cantieri nautici per la produzione industriale di barche da diporto in Germania.
Il problema di fondo è che Bavaria è carica di debiti al punto che anche ammettendo una riduzione di questi del 50%, il prezzo di acquisto, probabilmente, risulterebbe comunque troppo alto. Se il cantiere non sarà acquistato durante la procedura fallimentare con quello che da noi corrisponde al concordato preventivo, si arriverà al fallimento, momento in cui sicuramente si troverà qualcuno disposto ad acquistare almeno il marchio.
L’altra ipotesi è che gli amministratori, in questa fase, una volta determinato che nessuno sia pronto ad acquistare il pacchetto completo, preferiscano vendere i vari asset separatamente per i quali potrebbero esserci gruppi interessati.
Quello che ormai, con l’acquisizione della Dufour, si può definire come gruppo Fountaine Pajot, è l’unico gruppo industriale sul settore a non avere la linea di monoscafi a motore e l’acquisizione della gamma Bavaria a motore potrebbe accelerare di molto il loro ingresso nel settore.
Altri cantieri potrebbero essere interessati ai tre modelli nuovi, il Bavaria C 57, il C50 e il C45, che sono barche che hanno già riscosso un buon successo di vendite nei pochi mesi che sono state sul mercato. Da queste abbiamo escluso il Bavaria C65, perché non siamo convinti che questa barca abbia i numeri per essere costruita in un cantiere industriale. Al limite potrebbe essere acquistata da un cantiere di dimensioni minori che lavori ancora in modo semiartigianale.
Poi, chiaramente, ci sarebbero tutti i macchinari e le proprietà immobiliari che però, per quello che ci risulta, in parte sono in leasing e in parte già gravate di ipoteche.
In ogni caso crediamo che non sarà facile vedere il marchio Bavaria tornare agli splendori degli anni a cavallo dei due millenni, per quanto noi ce lo auguriamo.
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