venerdì 13 dicembre 2024
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Esiste ancora la categoria delle barche crociera-regata?

Negli ultimi 20 anni i gusti del pubblico sono cambiati, con essi anche le barche in modo radicale

Un First 40.7 in navigazione
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Un tempo li chiamavano crociera regata, oggi le definizioni si danno in inglese e li conosciamo come cruiser-racer o fast cruiser, ma il concetto di fondo non è cambiato: si tratta di quelle barche che possono andare in crociera e allo stesso tempo in regata.

Definizioni a parte, possiamo dire che negli anni ‘80-‘90, ovvero quando nasceva questo genere di progetti e prendendo come esempi barche come l’X-362, il First 40.7 e simili, si riusciva a conciliare con successo l’attività sportiva con quella del diporto usando uno stesso mezzo e con pochissime modifiche.

Possiamo dire la stessa cosa oggi? Difficile affermarlo con certezza.

Questo perché il pubblico che compra le barche a vela è cambiato e si è allargato, e i cantieri hanno seguito questo cambiamento.

Se fino a 20 anni fa la priorità di chi comprava la barca era il modo in cui navigava, oggi spesso il punto di vista è differente.

Prima di tutto si guarda alla vivibilità, alla comodità pura della barca, e alla possibilità, perché no, di usarla quasi come una casa vacanze. Va da sè che i paradigmi progettuali siano variati: le forme delle barche spesso, con volumi e larghezze sempre più importanti, devono preoccuparsi prima di tutto di garantire uno spazio importante per gli interni, altrimenti la barca verrebbe bollata come poco vivibile.

Basta confrontare la larghezza media di una barca anni 80-90 con una di oggi per verificare che sia aumentata di almeno del 30% e, soprattutto, è aumentata nella zona poppiera moltiplicando i volumi delle cabine di poppa.

Tutto ciò fa sì che il settore dei performance-cruiser autentici si sia ristretto, un po’ perché i gusti del pubblico hanno guardato anche altrove, un po’ perché diventa difficile conciliare prestazioni di rilievo di una carena con volumi che spesso devono essere XXL.

Un discorso a parte poi lo merita l’eventuale utilizzo di queste barche in regata: se un tempo con poche ottimizzazioni una barca come il First 40.7 poteva essere pronta a regatare, oggi il discorso è più complesso.

Spesso servono interventi importanti, come la messa in dima delle appendici per esempio, o la modifica del piano velico, o interventi pesanti sull’attrezzatura, per potere passare dalla modalità crociera a quella regata, e i risultati non sono affatto garantiti.

Esistono ovviamente delle eccezioni a questo processo, ma su fasce di mercato che potremmo già definire medio-alte e non esattamente alla portata di un ampio pubblico.

Ciò non significa però che le barche di oggi navighino necessariamente peggio di quelle di un tempo, ma certamente lo fanno in modo diverso, prediligendo per esempio più le andature portanti che la bolina.

In definitiva è cambiato il pubblico, sono cambiate le barche, ed è cambiato anche il modo di navigare.

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