I lavori di costruzione dello “Scheletrone”, concepito alle origini come un hotel con piscina e ristorante, iniziarono nel 1968, per poi fermarsi dopo quattro anni, nel momento in cui l’edificio venne posto sotto sequestro per la violazione della norma che impediva le lottizzazioni in assenza di piano regolatore. Negli anni novanta, i proprietari provarono a riprendere i lavori presentando domanda di condono edilizio, ma il comune di Porto Venere la rigettò. Nel 2002, infine, un accordo tra la stessa città ligure, la Regione Liguria e la soprintendenza per i Beni architettonici, sancì il definitivo abbattimento dello “Scheletrone”. Un’operazione da due milioni di euro, comprensivi anche della quota di duecentomila euro per pagare l’esproprio ai proprietari.
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