Sequestro che fece rumore perché a bordo della barca c’era la moglie e il figlio dell’imprenditore e l’operazione fu condotta con le modalità del blitz antimafia a tutto vantaggio dei media che furono subito informati del fatto.
Operazione che poteva essere condotta nella massima riservatezza semplicemente sequestrando il bene quando questo fosse rientrato in porto.L’accusa è che Briatore avrebbe fondato la società di charter alla quale era intestata il Force Blue non con l’intento di noleggiare la barca, ma con quello di usufruirne non pagando l’Iva che avrebbe evaso per 3,6milioni di euro.
"Non ho mai pensato né dovuto evadere le tasse - ha dichiarato l’imprenditore a Genova, lunedì mattina (13 aprile) durante l’udienza in aula. - Le società che evadono il fisco sono quelle che vanno male. Non mi sono mai occupato della gestione dello yacht, se ne occupava un'agenzia.”
L’imprenditore in una lunga dichiarazione spontanea ha anche detto: "Il mio lavoro è quello di avere l'intuito di fondare delle società che anticipano i desideri dei clienti. Nell'ambito dello yachting volevo fare barche per persone ricche. Le barche a sette stelle so come farle - e ha concluso con - in quel periodo facevo 700 ore di volo all'anno e non avevo né tempo né voglia di occuparmi delle società amministrative.”
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