Un'impresa tanto incredibile quanto difficile, come ha raccontato lo stesso navigatore francese, appena giunto a terra. “E' stata durissima, ma posso ritenermi fortunato per aver trovato un buon meteo e navigato su una grande barca, veloce e resistente”. Non ha dubbi, Joyon, nel considerare Pacifico e Atlantico gli oceani più difficili da affrontare. “La navigazione in Indiano è andata benissimo. Passato Capo Leeuwin le condizioni meteo mi hanno costretto a tenermi molto a Sud, in prossimità della zona degli iceberg. Un giorno ne ho visti addirittura cinque.
Giunto all'equatore ho incontrato forti venti di prua e onde che non fanno mai bene a un catamarano”. I ringraziamenti del solitario vanno a tutto il team, dai progettisti al metereologo Bernot, soprattutto pensando ai momenti più difficili della navigazione. “Gli attimi di maggior tensione? Sicuramente quando sono salito in testa d'albero per la prima volta, dovendo fissare la sartia di dritta sull'antenna. Il mare non era calmo ed è stato pericoloso”.
Tra i tanti complimenti ricevuti a terra, il più importante è stato senza dubbio quello di Ellen Mac Arthur, la precedente titolare del primato, accorsa a Brest per attendere l'arrivo di Joyon. “So quanto è difficile compiere imprese del genere - ha detto Ellen - barca e meteo sono condizioni importanti, ma inutili senza un grande uomo”.
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