Inoltre gli atleti non potranno indossare alcun simbolo che riconduca alla loro nazionalità sulle divise e le mute e, nel caso di vittoria, si dovrebbero impegnare a ricevere le medaglie senza che sia suonato l’inno nazionale israeliano.
Un atto di razzismo non tollerabile. I due atleti e il loro allenatore hanno dichiarato che a queste condizioni non parteciperanno ai campionati mondiali giovanili di Surf.
La Malesia è un paese mussulmano e gli organizzatori della manifestazione temono che, in un periodo in cui gli esaltati e gli estremisti si trasformano facilmente in terroristi, la presenza di simboli di Israele possa provocare incidenti, ma lo sport dovrebbe essere la negazione di tutto ciò che è razzismo, accettare un atto di razzismo, qualsiasi sia il motivo, ucciderebbe lo spirito stesso delle competizioni sportive.
Si attende di vedere cosa farà la federazione mondiale della vela.
Questo non è il primo atto di razzismo nei confronti di atleti di Israele nel mondo della vela. Già accaduto in Oman, nell’ottobre scorso, dove agli atleti israeliani è stato negato il visto d’ingresso per partecipare al Mondiale RS-X.
In quel caso entrò una sola atleta perché aveva il passaporto austriaco, ma fu fatta gareggiare senza poter esporre la bandiera di Israele.
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