L’azienda scandinava, che in estate ha licenziato venti lavoratori, commissionerà, infatti, a delle aziende esterne alcune funzioni di supporto per accogliere nel proprio stabilimento di Henan nuove persone impegnate nella costruzione degli scafi. Ciò provocherà un taglio iniziale di sedici lavoratori ma, stando a quanto annunciato dai vertici societari, alcuni saranno riassunti con diverse mansioni insieme a nuove persone. Ciò dovrebbe rendere la forza lavoro uguale, se non maggiore, a quella attuale composta da 150 stipendiati.
Ciò che infatti non sembra mancare a Najad sono le ordinazioni e l’interesse principale della dirigenza è riuscire a soddisfarle il prima possibile. “Dopo alcuni mesi duri – ha detto Alfred Van Wincoop, direttore generale del cantiere – abbiamo notato che il mercato sta cambiando e gli acquirenti stanno tornando. Il nostro pubblico (il listino prezzi Najad si rivolge a una fascia di mercato medio-alta, ndr), soprattutto la porzione che compra barche sopra i quaranta piedi, ha più strumenti per combattere la crisi. Noi abbiamo previsto tutto questo e abbiamo canalizzato i nostri sforzi nel soddisfare gli ordini il prima possibile, aumentando la nostra capacità produttiva”.
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