La barca si è sdraiata sul mare, fortunatamente non si è capovolta dando la possibilità all’equipaggio, formato da tre uomini, di lanciare il mayday automatico con il V.H.F. e salire sulla zattera di salvataggio.
I tre sono stati salvati da un elicottero della marina tedesca, alle operazioni di salvataggio hanno partecipato anche mezzi privati e della capitaneria.
Il Prodigy 2, che si stava preparando a partire per l’America del sud, era stato varato a luglio scorso e aveva pochi mesi di vita. A bordo nulla faceva presagire cosa stesse accadendo.
Lo scafo della barca in questi giorni è stato recuperato e riportato in porto. Da una prima analisi si vede come a cedere non sia stata la chiglia, ma lo scafo. La chiglia infatti non è venuta via lasciando i buchi dei prigionieri come spesso accade, ma si è portata via degli strati di laminato nella parte centrale della barca sul lato sinistro, il che sta a indicare come a cedere sia stato lo scafo.
Il danno ricorda molto da vicino quello subito dal Polina III, l’Oyster 85 che nel 2015 affondò perché perse la chiglia in seguito al cedimento dello scafo.
Questo non è il primo naufragio che il proprietario del Prodigy2 ha dovuto affrontare, una situazione simile lo vide come protagonista nel 2014 con il Prodigy, un Moorea 45 che naufragò davanti a Gibilterra.
E' probabile che per la prossima barca l'armatore sceglierà un nome diverso.
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