Per il nostro ministero della salute l’utilizzo del sale dovrebbe passare dall’attuale consumo di 10 grammi a quello di 5 grammi giornalieri.
Per questo motivo il CNR di Avellino ha studiato il pane fatto con acqua di mare che da qualche tempo si produce in una panetteria di San Sebastiano al Vesuvio scoprendo che questo pane contiene circa il 30% di sale in meno.
Il sodio è presente nella proporzione di 1 parte su 6.400 contro le 11.000 parti del pane normale. La quantità di magnesio è quadrupla così come quella dello iodio.
Nel pane fatto con acqua di mare aumenta notevolmente la quantità di potassio, ferro e calcio e si abbattono i metalli pesanti.
Per cucinare il pane marino si utilizza solo 1,3% di sale per ogni chilo di farina, diversamente dal comune utilizzo del 2,5%.
E’ chiaro che non si può fare il pane prendendo un secchiello d’acqua dal mare, questa per essere utilizzata in cucina deve essere depurata. Allo scopo sono state messe a punto delle tecniche di filtrazione che depurano l’acqua di mare mantenendone intatte le caratteristiche. L’acqua di mare depurata al momento è prodotta dalla Steralmar.
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