Si avvicina il momento in cui il Comune di Ponza dovrà dare l’ultimo benestare per l’inizio dei lavori di Marina dell’Acqua, il nuovo porto turistico di Ponza.
Il progetto, che inizialmente prevedeva 454 posti barca, è stato ridotto e rivisto in senso ecologico e oggi ne prevede 279. I lavori inizieranno per l’estate del 2025 e le prime barche dovrebbero riuscire a ormeggiare nel marina a partire dall’estate del 2028.
Di questo porto se ne parla da decenni, ma la burocrazia, le posizioni estremiste di alcune associazioni ecologiste e gli scontri d’interesse ne hanno ostacolato la realizzazione sino ad oggi.
Ora sembra che i tutti gli attori dell’impresa, la società costruttrice, la regione, il comune e le associazioni ecologistiche, abbiano trovato un compromesso tra le esigenze imprenditoriali dell’opera e quelle delicate dell’ambiente.
Quello che nascerà, almeno sulla carta, sarà un marina rispettoso dell’ambiente ma al contempo una struttura efficiente e esteticamente piacevole.
La costruzione di un marina come questo in un posto strategico come Ponza comporterà dei cambiamenti e noi abbiamo provato a analizzarne almeno quelli principali.
Il primo di questi cambiamenti avverrà a Ponza dove il baricentro degli interessi del turismo ricco che d’estate riempie l’isola, si sposterà verso Le Forna, località dove sorgerà il marina.
È probabile che a Ponza porto, dove arriva il traghetto, si concentrerà il turismo mordi e fuggi di chi arriva la mattina con i traghetti e scappa la sera, anche se poi, sicuramente, realtà come quella dei moli galleggianti che si trovano nella baia continueranno a prosperare.
Se gli isolani sapranno sfruttare la situazione, a Le Forna, che si trova dal lato opposto dell’isola in confronto a dove si trova Ponza porto, nascerà una zona più tranquilla dedicata al turismo di lusso tipico di quello che si crea intorno ai marina di prestigio.
Il marina dovrebbe potrà ospitare barche sino a 50 metri, il che fa prevedere che il porto sarà frequentato da diversi superyacht.
Gli isolani però, sino ad oggi non hanno mai mostrato di saper capire il cambiamento dei tempi e delle circostanze e più che indirizzare il grande fiume di turisti che l’isola vive ogni anno, si sono sempre fatti trasportare dalla corrente e non hanno mai creato quei servizi e quelle situazioni finalizzate ad attirare il pubblico delle grandi barche che pure, quando presente, lascia sul territorio somme importanti. Se a Le Forna nasceranno negozietti di artigianato povero e ristoranti di scarsa qualità, l’isola perderà un'occasione. Sicuramente, il primo effetto del porto sarà l’aumento dei prezzi degli immobili in località Le Forna, aumento che inizierà in modo consistente nel momento in cui si poserà la prima pietra del marina e che riguarderà case e negozi.
Chiunque frequenta l’isola sa che 279 posti barca saranno del tutto insufficienti a rispondere alla richiesta che proviene dal grande mercato della capitale.
Qui a partire da maggio i velisti romani e, in parte napoletani, si riversano numerosi con le loro barche e, nei momenti di punta della stagione, la densità di imbarcazioni intorno all’isola è veramente elevata.
Questo, probabilmente, farà sì che i prezzi degli ormeggi, specialmente in stagione, siano molto elevati, il che renderà difficile per le società di charter mettere una base sull’isola e i charteristi dovranno continuare ad arrivare da Nettuno che dista 36 miglia.
Di contro però, la sola presenza di un marina incentiverà il charter con partenza da Nettuno che oggi è penalizzato dal fatto che il charterista sa che sull’isola non c’è possibilità di ormeggio in porto in quanto questo non esiste.
Sempre sull’argomento mercato del charter, con l’apertura del nuovo marina si aprirà la possibilità di far stazionare le barche sull’isola nella media stagione, quando i prezzi saranno medi, ovvero da aprile a giugno.
Questo incrementerebbe molto il noleggio in quella parte della stagione che solitamente vede come clienti principali gli stranieri, e avrebbe effetti positivi anche sul noleggio a weekend per gli italiani. Poi, da luglio a settembre si tornerebbe a fare base a Nettuno.
Il marina di Cala dell’Acqua, avrà dei riflessi, ci fa osservare un operatore toscano, anche sulla navigazione d’altura.
D'estate non sono poche le barche sia a motore che a vela che si spostano da nord a sud. È dimostrato che maggiore è il numero di marina lungo la rotta, maggiore è il numero di barche che la percorrerà.
Oggi da Civitavecchia per andare a Lipari, se non si vuole fare una lunga, si fa tappa a Fiumicino, Nettuno e, se c’era posto, a Ventotene, Ischia e infine Lipari.
In futuro, con la tappa intermedia di Ponza, si potrebbe, allungando un po’, saltare Nettuno che non offre nessuna attrazione per il navigante e fare tappa a Ponza approfittando per visitare l’arcipelago Pontino che è uno dei più belli del Mediterraneo.
Il grande pericolo è che i servizi del nuovo marina siano gestiti secondo i soliti schemi che vedono il turista assimilato a un pollo da dover spennare senza troppi riguardi offrendo servizi di bassa qualità.
Per sfruttare questa grande occasione che si presenta a Ponza e a tutta la costa laziale, la gestione dei servizi che circonderanno il marina, dal distributore di gasolio, al cantiere, sino al ristorante dentro e appena fuori dal porto, dovrebbe essere affidata a aziende consapevoli che un turista trattato bene è uno che spende più volentieri e di più.
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