Il prezzo del greggio, con la crisi russo-ucraina, sta salendo alle stelle giorno dopo giorno e le conseguenze dirette iniziano a sentirsi anche nel mondo della pesca, del diporto e della nautica in generale. Con il costo del petrolio volato oltre i 120 dollari al barile, e quello della benzina e del gasolio che hanno già sforato in varie parti d’Italia i 2 euro al litro, i primi a lanciare l’allarme sono stati i pescatori.
L'Associazione produttori Pesca, che rappresenta una parte consistente della flotta peschereccia italiana, durante una riunione a Civitanova Marche ha preso una decisione: i pescherecci degli armatori aderenti all’Associazione resteranno a terra, senza tuttavia licenziare gli equipaggi.
“Il caro gasolio non permette più di sostenere l'attività di pesca e il comparto ha deciso di fermarsi - è stato dichiarato in un comunicato ufficiale. - Tutti i pescherecci di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Ancona, Fano e Pesaro hanno aderito compatti all'iniziativa. Martedì 8 marzo andranno negli uffici delle Capitanerie di Porto per consegnare i documenti delle imbarcazioni senza sbarcare i marinai”, recita la nota ufficiale diffusa alla fine dell’assemblea.
Un campanello d’allarme che riguarda il mondo della nautica in generale e potrebbe avere un risvolto anche sul settore vela.
Gli armatori di barche a motore di medie e piccole dimensioni potrebbero trovarsi in difficoltà con i costi crescenti del carburante, e non è da escludere che in questa fase le barche a vela aumentino il loro appeal.
Per quanto anche le unità a vela siano dotate di motori diesel, e quindi anch’esse sensibili al calo carburante, l’impatto in questo settore è chiaramente più leggero. Le barche a vela hanno motori di potenza modesta rispetto alla lunghezza dell’unità, propulsioni che mediamente generano consumi di carburante contenuti.
Per questo motivo la vela potrebbe diventare interessante per il pubblico delle barche a motore che decide di “virare” e cambiare settore per evitare la stangata del rincaro del carburante.
Per chi invece una barca a vela la possiede già, la soluzione sarà semplice: impegnarsi a navigare sempre di più a vela e meno a motore.
Molte volte in estate si vedono barche a vela che navigano a motore, per comodità, anche quando ci sarebbero le condizioni meteo per issare le vele.
Il rincaro del carburante può essere quindi l’occasione per perfezionare le proprie capacità veliche e tenere spento per più ore possibile il “comodo” motore.
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