Il team ha determinato che nulla possono in questo senso gli integratori di acidi grassi essenziali omega 3, ma risultati significativi, anche se non eclatanti, si sono ottenuti con l’assunzione di due volte a settimana di pesce azzurro.
Gli scienziati hanno condotto uno studio revisionale in cui sono stati analizzati i risultati di 38 studi al fine di comprendere e valutare l’associazione tra il consumo di pesce e il rischio di ictus o TIA, l’attacco ischemico transitorio.
Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, ha analizzato nel complesso le rilevazioni fatte su 800 mila pazienti di quindici paesi diversi e appartenenti a differenti estrazioni sociali. Tra questi c’erano alcuni soggetti con un alto livello di rischio a sviluppare patologie cardiovascolari e altri totalmente sani.
Dopo aver preso in considerazione la dieta e lo stile di vita seguita dai partecipanti e registrato la quantità di pesce azzurro consumato da ognuno di loro durante la settimana tipo, i ricercatori hanno ottimizzato le informazioni raccolte in base ai fattori di rischio.
Nell’arco di tempo preso in considerazione dallo studio si sono verificati 34.817 eventi cerebrovascolari. Lo studio ha rilevato che chi mangiava dalle 2 alle 4 volte a settimana porzioni di pesce azzurro l’incidenza di eventi cerebrovascolari calava del 6%, mentre si è registrato un calo del 12% per chi consumava 5 o più porzioni a settimana.
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