Al massimo saranno da pagare 10 euro a persona da aggiungere al coste dei biglietti, dei traghetti, degli aerei e degli ormeggi nei porti turistici. Qualcosa che somiglia molto a una tassa d’ingresso sull’isola che i promotori vorrebbero destinare per erogare ulteriori e migliori servizi, visto che per i comuni i fondi hanno una destinazione vincolata.
"In altre parti d'Europa esiste già questo contributo - spiega Daniele Cocco, capogruppo Sel. - Qui in Sardegna abbiamo la necessità di dare servizi migliori e contribuire alla salvaguardia dell'ambiente," a fargli coro Piermario Manca, capogruppo PdS, che sostiene che si tratta di un "contributo che verrebbe dato da chi usufruisce delle bellezze naturali del nostro territorio, per salvaguardarle appieno."
Gli operatori del turismo sono in agitazione, dai porti turistici alle compagnie aeree, la nuova tassa è vista come una minaccia alla prossima stagione.
“E’ il concetto che chi viene in Sardegna deve pagare per esserci che è sbagliato, - dice un noto operatore del settore charter in Sardegna. – Il turista quando viene qui già paga, lascia soldi sul territorio, sui quali poi gli operatori pagano le loro tasse. Ogni luogo in Italia ha le sue bellezze, seguendo questo concetto, bisognerebbe pagare ovunque. I politici farebbero meglio a proporre metodi per spendere meno soldi pubblici e spenderli meglio.”
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