martedì 18 marzo 2025
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Desjoyeaux, che storia

L'incredibile viaggio del navigatore francese che dopo essere costretto a rientrare in porto ha vinto la regata con un distacco abissale sugli inseguitori

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Les Sables d’Olonne - La regata più difficile. E’ questa la Vendèe Globe, il giro del mondo per solitari senza scalo. Una competizione da disputare ogni quattro anni e che cinque giorni fa nel proprio albo d’oro ha scritto il nome di Michel Desjoyeaux. Per la seconda volta. In quest’occasione dopo 83 giorni di emozioni, sofferenze e difficoltà nei tre oceani. Di cui ripercorriamo le tappe più importanti.

9 novembre - Si parte. A Les Sables d’Olonne soffiano dodici nodi da sud-ovest. L’avventura inizia di bolina e ai nastri di partenza ci sono trenta skipper. Due terzi di loro sarà costretta ad abbandonare prima del traguardo.

10 novembre - A duecento miglia dal porto francese, Desjoyeaux si accorge di imbarcare acqua dai ballast. E’ costretto a rientrare in porto per risolvere il problema. Riprenderà il mare soltanto la notte seguente. Gli altri, intanto, hanno già 41 ore di navigazione alle spalle, ma in cinque sono costretti al ritiro a causa di una tempesta tremenda nel Golfo di Biscaglia.

15 novembre – Il distacco di Desjoyeaux dal primo, Loick Peyron, è di 670 miglia. La sua Foncia naviga a 10 nodi, il capolista a 15.

21 novembre – In una settimana Michel riduce il proprio vantaggio a 273 miglia, guadagnandone 50 al giorno. Passa a ovest di Madeira e delle Canarie, bordeggia in continuazione tra l’arcipelago capoverdiano. Non lascia mai il timone, e dorme pochissimo.

1 dicembre - Scongiurato il pericolo di incappare nell’alta pressione di Sant’Elena, Desjoyeaux issa la randa per le basse latitudini dell’Oceano Indiano, guadagna posizioni e il 3 dicembre stabilisce il proprio record di velocità: oltre 30 nodi. Ne approfitta per installare il pilota automatico e fotografare il momento.

11 dicembre – Peyron disalbera. Foncia entra in zona-podio

16 dicembre – Dick ha un problema alla timoneria, rallenta sensibilmente. Mike Golding prende la vetta ma poche ore dopo perde l’albero. Desjoyeaux conquista il primo posto della regata. Non lo mollerà più. Intanto Bernard Stamm va a scogli mentre cerca di riparare nelle Isole Kerguelen. Il giorno dopo Foncia doppia Capo Leeuwin.

25 dicembre – E’ un Natale difficile quello di Michel. L’idrogeneratore, posto sullo specchio di poppa, cade in mare. Lo salva una cima di sicurezza, ma il cavo elettrico si stacca e fuoriesce molto olio in pozzetto. Poche ore dopo il velista scopre che il timone di sopravvento si è alzato in posizione orizzontale e il meccanismo che gli permetterebbe di riallinearsi è saltato. Rallenta la barca, inverte la rotta e il timone in acqua con un po’ di fortuna torna nella posizione originale. Il ritiro non è mai stato così vicino.

5 gennaio – Doppiato Capo Horn, la strada ora sembra in discesa. Il giorno dopo, alla preoccupazione per Jean Le Cam che perde il bulbo e si capovolge in Pacifico, per Desjoyeaux c’è anche qualche problema con le batterie. Sostituisce alcuni elementi per garantirne la salvaguardia fino all’arrivo.

20 gennaio – Le calme equatoriali sono più insidiose del previsto. Ma costituiscono lo stesso problema per Roland Jourdain, secondo classificato. Il loro distacco oscilla dalle 154 alle 440 miglia.

30 gennaio – Jourdain, l’unico in grado di insidiare Michel, perde la chiglia. A Foncia mancano seicento miglia all’arrivo. Saranno una cavalcata trionfale.

1 febbraio – Sono le ore 15,11 GMT. Dopo 83 giorni, 4 ore e 9 minuti di navigazione Desjoyeaux è di nuovo a Les Sables d’Olonne. Conquista la Vendèe Globe per la seconda volta. Nessuno può vantarsi di una cosa simile. Tranne lui, il Professore.

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