Tuttavia le velocità sono incredibili, hanno raggiunto in qualche caso i 38 nodi con le barche lanciate giù dalle enormi onde tipiche dell’Oceano meridionale. Il sistema di bassa pressione responsabile di queste condizioni è vasto, si estende per circa 1.500 miglia dalla punta del Sudafrica fino a poche miglia a nord dell’Antartide.
Il fronte rappresenta la sfida maggiore che i team hanno dovuto affrontare in questa edizione della Volvo Ocean Race, e benché la terza tappa sia ancora alle fasi iniziali, le decisioni che i team prendono in queste ore potrebbero avere delle conseguenze sul risultato a Melbourne.
Al rilevamento delle ore 14 italiane la testa della flotta è sempre occupata da Dongfeng Race Team che è la barca che si è portata più a sud, a sole sette miglia dalla zona di esclusione dei ghiacci, la Antarctic Ice Exclusion Zone (AIEZ) definita dagli organizzatori.
Dieci miglia più a nord gli spagnoli di MAPFRE continuano la rincorsa con Vestas 11th Hour Racing risalito in terza piazza a circa 50 miglia alle spalle dei due battistrada. “Le condizioni sono dure.” Ha raccontato da bordo di Vestas Mark Towill, dicendo che il team ha registrato una raffica a 53 nodi durante la notte. “Sono 24 ore che abbiamo dai 30 ai 40 nodi, voliamo in poppa. E’ proprio il Southern Ocean, sapevamo cosa avremmo trovato qui e lo abbiamo certamente trovato.”
In quarta posizione Team Brunel, mentre ottanta miglia dalla poppa di MAPFRE, team Akzonobel guidato da Simeon Tienpont è stato costretto a rallentare per un problema alla rotaia della randa, per verificare la situazione e possibili riparazioni. Il danno che è stato segnalato via email al Volvo Ocean Race control dal navigatore di AkzoNobel Jules Salter (GBR) questa mattina, è avvenuto mentre la barca si trovava in quarta posizione e a poca distanza dalla zona di esclusione dei ghiacci Antarctic Ice Exclusion Zone (AIEZ) con 35 nodi di vento e onde molto alte. Durante una strambata a sinistra la rotaia della randa si è danneggiata in due punti. L’equipaggio è riuscito ad ammainare la randa e ad allontanarsi dalla AIEZ e resta in regata, utilizzando solo la vela di prua. Non sono stati segnalati problemi fisici all’equipaggio a seguito dell’incidente e il team è in contatto con il race control centre e il suoi tecnici per stabilire quali riparazioni possano essere fatte in mare.
Circa 250 miglia più a nord, Team Sun Hung Kai/Scallywag si è scambiato di posto con Turn the Tide on Plastic per cercare di sfuggire alle condizioni più dure, ma non vi è riuscito completamente. “Ma perché vogliamo tutti venire in questo posto?” Ha detto lo skipper David Witt. “Pensiamo di essere tosti, o cosa? Non capisco. Tutti che continuano a parlare di Southern Ocean, Southern Ocean. Ne ho avuto abbastanza di questo Southern Ocean.” Ha concluso l’australiano con il suo consueto senso dell’umorismo.
Anche a bordo di Turn the Tide on Plastic ci sono stati alcuni minuti di tensione quando, nel mezzo della notte, si è attivato l’allerta di uomo a mare, ma fortunatamente si è trattato solo di un falso allarme e tutti i componenti dell’equipaggio sono a bordo e in buona salute.
“Stanotte sarà ancora dura, con vento in poppa. Spero passerà senza problemi.” Ha detto lo skipper di MAPFRE Xabi Fernàndez, parlando delle prossime ore. “Dovremo lavorare tanto, fare molte strambate al limite della zona di esclusione, sarà faticoso per tutti.”
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La terza tappa di questa edizione della Volvo Ocean Race è partita domenica 10 Dicembre dalla città di Cape Town in Sudarfica, per raggiungere la città di Melbourne in Australia.
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