Allo stesso tempo alla Persico in Italia, dove lo scafo di Vestas è stato costruito, stanno realizzando una nuova sezione di prua che sarà spedita a Auckland. L’intera operazione dovrebbe finire in tempo per permettere alla barca di partecipare alla settima tappa che partirà proprio da Auckland.
Invece non è chiaro e non ci sono notizie su dove si trovi ora l’equipaggio del Team Vestas. Si teme che questo possa essere trattenuto dalle autorità cinesi riguardo alla morte del pescatore avvenuta nell’incidente del 20 gennaio scorso.
Salgono le polemiche sulla gestione dell’incidente di Vestas da parte della macchina organizzativa della Volvo Ocean Race. In particolare non si comprende la scelta della VOR di far arrivare 6 barche di 65 piedi che possono viaggiare a 30 nodi nell’assoluto silenzio in un tratto di mare dove è noto che di notte ci sono migliaia di piccole barche che navigano senza luci.
In queste condizioni un incidente non solo era prevedibile, ma forse era inevitabile. Altra cosa che non trova spiegazione, o che meglio trova una spiegazione molto scomoda, è sul perché al momento dell’incidente, quando la barca più vicina a Vestas era Dongfeng, la VOR ha dirottato per dare soccorso a Vestas la barca che la seguiva e che era più lontana AkzeNobel.
Nonostante quella fosse l’unica tappa cinese e lo sponsor di Volvo avesse preparato una grande festa di benvenuto, ci si chiede se era lecito soprassedere alle regole del mare per quelli che sembrerebbero essere motivi commerciali.
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