Nel compiere le quasi tremila miglia che dividono Plymouth da Boston, Peyron ha fatto registrare il tempo record di 12 giorni, 11 ore e 45 minuti; un riferimento cronometrico che tiene conto di due ore e mezza in meno, attribuitegli dalla giuria per aver prestato soccorso a Vincent Riou, costretto ad abbandonare la sua “Prb” quando era in testa alla competizione. Dietro “Gitana Eighty”, questo il nome dello scafo di Peyron, al secondo posto è giunto Armel Le Cleac'h su “Brit Air”, approdato con cinque ore di ritardo.
Giorni difficili invece per Giovanni Soldini, che nelle ultime 48 ore ha visto ridurre sensibilmente il proprio vantaggio nei confronti del principale inseguitore tra i Class 40, “Beluga Racer” di Boris Hermann, distante 57 miglia. Il velista lombardo è infatti incappato nel centro di una bassa pressione dove non ha soffiato vento per più di un giorno. “Qui è un delirio - ha raccontato Giovanni in quelle ore concitate - sto andando a un nodo, uno e mezzo. C'è bonaccia totale e un mare pazzesco che ti continua a sbattere”. A rendere ancor più difficile la navigazione di “Telecom Italia”, che nelle ultime ore è comunque riuscito a riprendere buone velocità, ci sono state due avarie: una alla drizza della trinchetta e un'altra, ben più importante, alla centralina del vento in testa d'albero, ormai completamente fuori uso, che costringe Giovanni a rimanere costantemente attaccato al timone.
“Sono riuscito a uscire da questa bolla di zero vento - ha raccontato Giovanni - e navigo mure a dritta con lo spinnaker a otto nodi di velocità. Sono molto contento, ma sfinito perchè non ho ancora chiuso occhio”. Le miglia che dividono Soldini da Marblehead sono adesso meno di seicento.
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