Le due società insieme possiedono una flotta valutata in circa 1.200-1.400 barche, una buona parte delle barche sono catamarani dislocati in molti basi diverse nel mondo. Molte barche sono in programma di gestione.
In questo articolo vi proponiamo un’intervista in esclusiva all’ingegnere Gianguido Girotti, numero 2 del gruppo francese fatta dal nostro direttore.
SVN – L’acquisizione della Dream Yacht Charter potrebbe essere vista come una forma di recupero credito? La società, che da molto tempo è in difficoltà finanziarie ha un debito cospicuo con la Beneteau. Stesso dicasi per Navigare.
G.G. – No, non si tratta di un recupero credito ma della realizzazione di uno dei 3 punti strategici del nostro progetto di crescita che abbiamo presentato nel Luglio 2020.
La presenza del gruppo nei servizi era allo studio ed ora comincia a diventare realta’ seppure come minoritari (La Beneteau è socio di minoranza nella scoietà che la unisce al fondo d’investimento PPF n.d.r.). Non va trascurato che nelle stesse ore dei due deal citati abbiamo anche firmato l’acquisto del 40% del terzo boat club per degli Stati Uniti per dimostrare la spinta che stiamo dando a tutto il comparto servizi e al focus che abbiamo creato verso l’utilizzatore finale.
SVN – Questo significa che il Gruppo Beneteau ha intenzione di entrare nel settore charter?
G.G. – Si, è nostra intenzione entrare nel settore charter e consolidarvi la nostra presenza ma per ora inziamo con un forte partner finanziario ed impariamo un nuovo mestiere.
Con PPF siamo d’accordo che il noleggio e’ un settore in grande crescita ma che va strutturato, migliorati i servizi al cliente e la marginalità.
SVN – La cosa non potrebbe essere pericolosa per le vendite? La Beneteau vende la maggior parte delle sue barche alle società di charter, se queste iniziano a vedere i cantieri del gruppo come un concorrente, potrebbero rivolgere le loro attenzioni ad altri marchi.
G.G. – In tempi normali i quattro maggiori player del settore charter (incluso la Dream Yacht Charter n.r.d.) rappresentano il 10% del fatturato del settore vela che vale il 45% circa del gruppo, quindi non si tratta della maggioranza dei nostri volumi.
Il mondo dei servizi deve vivere in “architettura aperta” per servire meglio il cliente e questo e’ quello che faremo. Come ho detto ai miei direttori dei vari marchi, questa operazione non e’ una assicurazione vita per le vendite ma un business plan pensato e ideato per rinforzare il gruppo.
Poi va sempre ricordato che i primi partner del gruppo sono e restano i dealer coinvolti nella rete dei vari marchi del gruppo.
SVN – Comunque sia, farete un danno importante ai vostri stessi clienti?
G.G. – Siamo convinti del contrario. Oggi le società di charter hanno una marginalità migliorabile e tutti hanno difficoltà. Noi abbiamo intenzione di rivedere radicalmente il modo di fare charter. Una barca da charter deve essere vista come una camera di albergo, un servizio per il cliente che si deve basare sull’efficienza, efficienza che va pagata. Non dovrà più essere possibile aspettare ore perché la propria barca sia pulita e consegnata. Il check in e check out dovranno essere fatti on line in pochissimi minuti. Noi partiamo dalla convinzione e come noi, i nostri partener del PPF, che se ci sono molte persone disposte a pagare 4.000 euro a persona per passare una settimana in un villaggio del Club Mediterranee, sicuramente ci sono molte persone disposte a pagare un quarto di quella somma per passare una settimana a bordo delle nostre barche.
SVN – Ciò significa che voi guarderete al turismo generico.
G.G. – Per far accedere al grande pubblico la nautica di certo dobbiamo pensare e aprirci ancora di piu’ al turismo
SVN – Questo però significa grandi investimenti, una grande organizzazione. Bisognerà preparare gli skipper, le basi.
G.G. – Come dicevo prima dobbiamo imparare un nuovo business in primis e cercare poi di migliorare il tutto. Testa bassa e pedalare.
SVN – Da quanto capisco non vi preoccupate molto di quella miriade di piccole società di charter in giro per il mondo che probabilmente non reggeranno l’impatto della concorrenza di un competitor al livello del gruppo Beneteau, ma cosa mi dice di quelle società di medie dimensioni che nei loro paesi hanno dimostrato di essere molto efficienti e di avere grandi margini di crescita come la NSS Charter e la Spartivento per quello che riguarda l’Italia?
G.G. – I due charter che cita sono tra l’altro due partner storici del gruppo e due eccellenze in Italia in grado di interpretare al meglio il ruolo del dealer moderno capace di vendere barche ad armatori, vendere programmi di management e gestire flotte al meglio in piu’ zone d’Italia.
Nel 2022 tutto il mondo charter non avra’ molte novita visto che e’ un business che si programma con 12/18 mesi e sono certo che durante l’anno prossimo discuteremo con tutti i nostri partner per poter creare le migliori sinergie.
SVN – Lei ha detto e credo abbia ragione, che il charter ha una marginalità molto bassa. La maggior parte delle società di charter di una qualche grandezza trova la giusta marginalità nella vendita dei programmi di gestione, voi vi interesserete anche di questi?
G.G. - Si, certamente. Fanno parte del modello economico di Dream Yacht e Navigare e di certo continueremo a proporli cosi come forse a supportare i dealer interessati a strutturarsi per venderli a quei clienti meno interessati alla proprietà e più alla gestione.
SVN – Lei non crede che la vostra concorrenza potrà danneggiare fortemente società medie in questo settore. Settore che per loro è vitale?
G.G. – Crediamo che parlare di programmi di gestione aiuta a vendere. Noi saremo un palyer come gli altri. Il nostro scopo è quello di creare un sistema integrato che tocchi tutti i campi della nautica e li metta in sinergia. Mi piace credere che si possa mettere ordine ad un disordine dove tutti i nostri partner ne possano beneficiare.
SVN – Quando ritiene che presenterete la nuova società che si occuperà del charter?
G.G. – Nel 2022 si organizzerà la struttura interna al gruppo. Al momento, come le dicevo prima, la domanda di acquisto di barche dal settore privato è fortissima e anche volendo non avremmo le barche per rinnovare la flotta charter. Ritengo che per completare l’organizzazione, preparare gli uomini e mettere tutto in rete, servirà almeno un anno, per questo parliamo del 2023 come anno in cui saremo completamente operativi.
SVN – Lei ha parlato di rete. Avete intenzione di coinvolgere i concessionari del Gruppo Beneteau in questa operazione?
G.G. – Il gruppo Beneteau possiede la più grande rete di vendita di barche del mondo, sarebbe un errore non coinvolgere i nostri dealer nell’offerta del charter.
SVN – Un ultima domanda. Il Direttore Generale Delegato di Dream Yacht Charter, Salvatore Serio, uomo che in più occasioni ha agito da eminenza grigia e ha dato ampie dimostrazioni di avere una grande capacità in fatto di salvataggio e gestione delle aziende, è destinato a uscire da questa operazione una volta che a fine settembre sarà portata a compimento, o ne farà parte?
G.G. – Sono legato a Salavtore da anni e la mia stima nei suoi confronti e la mia considerazione sulle sue capacita non si discutono, noi ripeto siamo minoritari nel business e per ora e’ presto per decidere chi farà cosa.
La nuova società formata per il 59% dal fondo d’investimento ceco PPF, uno dei più grandi fondi d’investimento europei e per il 41% dal gruppo Beneteau acquisterà l’87% della Dream Yacht Charter e una quota molto simile della società Navigare. Le rimanenti quote continueranno ad essere detenute dai rispettivi fondatori delle due società.
La Dream Yacht Charter porta in eredità alla nuova proprietà anche una serie di società attive nel charter booking via internet, società che saranno molto importanti per i piani della Beneteau.
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