
Dopo quarantotto ore di discussioni, sembra infatti che un accordo tra le parti sia impossibile. La giornata di oggi, dopo la quale sarà chiuso l'incontro, non dovrebbe portare a svolte clamorose. Si è provato a trovare un punto d'incontro, proponendo la legalizzazione dell'attività di caccia, ma con un tetto limite di esemplari. “Il cosiddetto compromesso – ha detto Giorgia Monti, responsabile mare di Greenpeace – era una presa in giro. Oggi, in una stagione di normale illegalità, vengono uccise poco più di 1.500 balene. La proposta avrebbe assegnato a Norvegia, Islanda e Giappone la possibilità di massacrare legalmente quasi 1.400 balene l'anno per i primi cinque anni. Non è di questo che c'è bisogno nell'anno internazionale di difesa della biodiversità”.
Ad alimentare le tensioni all'interno del congresso, un'inchiesta del Sunday Times secondo cui il Giappone avrebbe provato a comprare il voto di alcuni stati minori. Ad ogni modo, dalla votazione sono stati escluse diciassette nazioni; non per questo motivo, ma perchè non in regola con i pagamenti alla Commissione.
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