Desta curiosità e fa discutere questa Maxi Yacht Rolex Cup 2022 e questa volta non per la presenza dei vari Rambler, Magic Carpet e soci, ma per una vera novità.
A Porto Cervo ha esordito, oltre al ClubSwan 80 My Song, anche il 60 piedi volante Flying Nikka di Roberto Lacorte. C’era grande attesa nel pubblico di appassionati per vedere di cosa sarebbe stata capace questa barca unica nel suo genere, che si ispira agli AC 75 volanti della Coppa America ma che è dotata anche di una chiglia a siluro.
Premettiamo che, ad oggi, neanche tra i maxi c’è un’altra barca con la quale si possa fare un paragone tecnico vero.
FlyingNikka di fatto a Porto Cervo corre da sola, ma per capire che salto avanti fa questo progetto bisogna guardare i tempi delle regate.
FlyingNikka nella seconda giornata di Maxi Yacht Rolex Cup, con vento di 10-15 nodi, per coprire le 33 miglia di percorso (che sono molte di più con i bordi) ha impiegato 2 ore e 20 minuti.
Oggi sembrava di regatare in mezzo a un museo di dinosauri della vela
Il più veloce dei maxi, il 100 piedi Rambler, ha impiegato 36 minuti in più di FlyingNikka.
A mettere pepe sul dibattito ci ha pensato anche Roberto Lacorte, l’armatore, che con un post “tagliente” su Facebook ha scritto: “Oggi sembrava di regatare in mezzo a un museo di dinosauri della vela”.
Una frase destinata inevitabilmente a suscitare qualche polemica. Vedere però le differenze di velocità mostruose tra il mezzo a foil e un maxi tradizionale fa un certo effetto, è come se il futuro all’improvviso avesse fatto irruzione nella vela “tradizionale”.
Quella di FlyingNikka a Porto Cervo è anche una passerella per mostrare agli armatori dei maxi che un’altra via, e un altro tipo di sfida, è possibile.
Se oggi FlyingNikka non ha avversari è possibile, forse anche auspicabile a questo punto, che ci siano degli armatori che stiano già pensando a raccogliere questa sfida, e in futuro non è da escludere che barche come quella di Roberto Lacorte possano iniziare a formare una classe per regate alla pari.
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