
L’industria motoristica giapponese, se pure in leggero ritardo sullo sviluppo dell’elettrico rispetto alla concorrenza europea, americana e cinese, non smette di cercare nuove strade alternative al petrolio. Tra queste c’è l’idrogeno, un tema sul quale il paese del Sol Levante sembra essere più avanti rispetto agli altri.
Yamaha, Honda, Suzuki e Kawasaki hanno annunciato la costituzione di una partnership chiamata HySE, Hydrogen Small mobility & Engine technology, con l’obiettivo di risolvere gli impedimenti tecnici relativi all’utilizzo dell’idrogeno nei motori a combustione.
La collaborazione, sostenuta dal Ministero dell’Economia e del Commercio giapponese che ha stanziato parte dei fondi necessari alla ricerca, riguarderà anche i motori marini in quanto tre delle quattro industrie che fanno parte del consorzio sono da lungo tempo leader nel settore della nautica da diporto.
Secondo quanto spiegato nel comunicato stampa diffuso, il proposito è quello di contribuire a realizzare una società decarbonizzata senza concentrarsi su una sola fonte di energia.
Gli esperti delle aziende collaboreranno tra di loro per sviluppare ulteriormente l’impiego dell’idrogeno come combustibile nei motori di piccole dimensioni.
A dirigere i lavori sarà Kenji Komatsu, presidente dell’HySE e direttore del centro di ricerca e sviluppo di Yamaha che ha dichiarato espressamente l’intenzione di preservare l'uso dei motori a combustione interna per non disperdere decenni di sforzi e investimenti da parte delle aziende motoristiche di tutto il mondo.
Oltre alla progettazione di motori alimentati a idrogeno con migliori funzionalità e prestazioni, verranno studiati nuovi sistemi di rifornimenti più rapidi e sicuri. In particolare, nell’ottica del miglioramento della sicurezza, un'attenzione speciale sarà rivolta ai sistemi di alimentazione, ovvero al circuito compreso fra il serbatoio e gli iniettori.
Ricordiamo che al momento una delle principali controindicazioni all’uso dell’idrogeno, oltre alla sua difficoltà di stoccaggio e alla sua scarsa densità energetica, è costituita dalla sua estrema infiammabilità.
Viste le attuali problematiche irrisolte dei motori elettrici, legate al peso, all’ingombro, al costo e alla scarsa autonomia delle batterie, nonché ai lunghi tempi di ricarica, il futuro appare ancora tutto da scrivere, e l’idrogeno potrebbe fare la sua parte.
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