martedì 3 dicembre 2024
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U.S. Coast Guard - Non lasciamo relitti in mare

Un rappresentante della guardia costiera americana ci spiega perché loro rimorchiano le barche in porto

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Miami (USA) – Perché la Capitaneria di Porto italiana per legge non può rimorchiare le barche, mentre altre guardie costiere nel mondo lo fanno? Ci siamo posti più volte questa domanda. In Italia quando si chiede soccorso, la motovedetta della capitaneria arriva velocemente, i suoi equipaggi sono bene addestrati e sanno cosa fare, li abbiamo visti più volte impegnati in soccorsi con condizioni di mare proibitive, ma questi si limitano a caricare a bordo le persone e abbandonano i mezzi in mare.

Negli Stati Uniti, come in molti altri paesi, la Guardia Costiera non si fa problemi a lanciare un cavo da traino e portare in porto le barche. Il perché di tale comportamento ce lo spiega l’ufficiale della Guardia Costiera statunitense Charles Maffey: “Non si può abbandonare una barca in mare, questa diventa un pericolo per la navigazione. Se l’abbandoniamo in mare è probabile che le onde la gettino sulle spiagge o sugli scogli dove il recupero diventa più complesso e costoso. Quando le condizioni meteo lo permettono, proviamo sempre a recuperare anche il mezzo.”

Quando gli chiediamo perché non lasciano che siano le società private a recuperare le barche ci dice. “Se siamo abbastanza vicini a costa e il recupero non comporta rischi, perché dobbiamo lasciare una barca in mare che, invece, è sicuramente un pericolo. Certo ci sono casi in cui non abbiamo i mezzi, o il rimorchio ritarderebbe troppo la nostra attività, in cui chiediamo l’intervento di mezzi esterni, ma, generalmente facciamo da soli. Anche ieri, siamo usciti per portare soccorso a un 30 piedi a vela preso da una burrasca. Quando siamo arrivati sulla barca c’erano 4 persone prese dal panico, abbiamo legato la barca, trasbordato le persone sulla motovedetta che era più piccola della barca e siamo rientrati in porto: abbiamo salvato la barca, le persone e evitato che in un tratto di mare trafficato ci fosse una barca di qualche tonnellata alla deriva.”

La stessa domanda in una conversazione non ufficiale, (per questo lasceremo anonimo il nostro interlocutore), l’abbiamo rivolta a un ufficiale di Capitaneria, il quale ci ha detto che è il regolamento a vietare ai mezzi di soccorso di trainare le imbarcazioni, anche se poi, alcuni, in casi eccezionali, lo fanno. I problemi che hanno spinto il legislatore a mettere questi paletti, a dire del nostro interlocutore, sono diversi, non ultimo le coperture assicurative. Dal momento che una motovedetta aggancia una barca in avaria se ne rende responsabile, se accade qualche cosa, l’armatore potrebbe chiedere i danni alla Capitaneria stessa.

Ciò significa che negli Stati Uniti, così come in Inghilterra o Irlanda, si guarda all’aspetto pratico: abbandonare una barca in mare costituisce un pericolo per la navigazione, mentre da noi, dove si è portati più a guardare alle carte che ai fatti, a dettare le regole sono considerazioni che esulano dall’interesse dei cittadini.

Quando chiediamo al nostro interlocutore se secondo lui è pericoloso abbandonare le barche in mare, questi ci risponde che certamente è pericoloso e per questo loro chiedono che siano chiamati dei mezzi privati di soccorso per recuperare il mezzo.

Quando facciamo presente che un recupero di questo tipo costa tra il 10% e il 30% del valore della barca, quando una motovedetta in condizione di mare non brutto, potrebbe rimorchiare una barca da diporto in porto nello stesso tempo con cui recupera le persone o poco di più, la risposta è che per questo esistono le assicurazioni.

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