Il 24 marzo scorso, il musicista tedesco Pete Sage stava navigando con il suo Sun Odyssey 410 del 2021 nel Mar Baltico, vicino a Schönberg, quando l'imbarcazione è affondata in pochi minuti. Sage e la moglie erano a bordo del Jochen-P, il nome dell'imbarcazione, ma sono stati fortunatamente tratti in salvo dalla DGZRS, il servizio di soccorso tedesco.
Secondo quanto dichiarato dall'armatore, la barca ha cominciato a riempirsi improvvisamente d'acqua in modo copioso. Nonostante l'attivazione tempestiva della pompa di sentina, l'acqua ha raggiunto l'impianto elettrico, facendolo saltare, e l'entrobordo si è spento.
Mentre la moglie calava il tender in mare legato sulla coperta, Sage ha lanciato un SOS. I due velisti si sono trasferiti a bordo del gommone e hanno atteso i soccorsi, mentre la loro barca colava a picco nel giro di dieci minuti.
Pochi giorni dopo, il Jochen-P è stato recuperato e portato a terra. Da una prima analisi sembra che l'incidente sia stato causato dall'errata installazione dell'elica di prua, di tipo retrattile.
Secondo il legale di Sage, la flangia dell'elica di prua non sarebbe stata fissata correttamente, in contrasto con le prescrizioni del costruttore. Invece di una laminazione di rinforzo tutto intorno, sarebbe stata utilizzata solo un sigillante. Questo ha fatto sì che la pressione facesse saltare via l'elica, aprendo una grossa falla da cui è entrata l'acqua.
L'azienda produttrice del Sun Odyssey 410, la francese Jeanneau, ha dichiarato di essere stata informata dell'incidente e di aver avviato un'indagine interna in merito. In un comunicato ufficiale, ha anche precisato che non c'è alcun collegamento tra l'incidente del 24 marzo e la nota di richiamo che l'azienda aveva diramato solo pochi giorni prima, il 1 marzo, a tutti i possessori di Sun Odyssey 410, 440 e 490 prodotti nel 2021 e 2022 e dotati di elica di prua retrattile, per invitarli a rinforzare l'attacco della flangia.
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