Decisivi sono stati gli ultimi giorni di navigazione, in cui Cammas e compagni si sono avvantaggiati di buone arie che oltre a spingerli a velocità costantemente superiori ai venti nodi gli hanno permesso di mantenere una rotta diretta nell'avvicinarsi al faro di Ushant. E pensare che l'avventura di Groupama era iniziata con tutte le incognite del caso, in un periodo in cui il team transalpino non era sicuro di poter usufruire durante il tragitto delle migliori condizioni meteo per migliorare il tempo di Orange 2. Ma la voglia di record era tanta, soprattutto dopo i due tentativi compiuti in passato, entrambi conclusi sfortunatamente. Due anni fa, infatti, una scuffia al largo della Nuova Zealanda aveva fermato il maxi-trimarano mentre si trovava in vantaggio sul primato; questo autunno è stata invece una rottura strutturale su uno degli scafi laterali a interrompere la corsa di Cammas e compagni, ancor prima di superare il Capo di Buona Speranza.
“Penso che potevamo fare un po' meglio – ha detto Cammas, skipper di Groupama, arrivato a Brest – ma in questo modo permetteremo a qualcuno di battere il nostro record, perchè a me non piace migliorare me stesso. E' stata una grande soddisfazione superare il traguardo. Abbiamo concluso il nostro giro con un grande tempo, sicuramente migliore di quello che potevamo aspettarci dopo aver superato l'equatore con un giorno di svantaggio. Quarantotto giorni sono un obiettivo che ci eravamo posti prima della partenza e questo dimostra come ci abbiamo sempre creduto, nonostante le condizioni meteo non siano state sempre favorevoli. Nel risalire l'Atlantico, nell'emisfero nord, abbiamo avuto la situazione ideale per conquistare il record. La chiave del successo è stata quella di trasformare i tentativi falliti in spunti da cui trarre importanti informazioni. Ce ne siamo accorti oggi, perchè ci hanno permesso di aggiungere esperienza nella gestione dell'equipaggio e nella costruzione della barca. Abbiamo sempre creduto nel concetto di trimarano. E questo è un team di stelle con tanta esperienza e talento. A volte ho dovuto mettere da parte le mie sensazioni e lasciare spazio alle idee altrui. Ho imparato tante cose. Mi rimarrà sempre nel cuore il momento in cui abbiamo superato Capo Horn. Sembravamo dei ragazzini”.
© Riproduzione riservata