Gli esperti convocati dal team Safran per determinare le cause della rottura della chiglia, dopo aver analizzato al microscopio e fatto diversi test sul metallo della chiglia, hanno determinato che questa ha semplicemente ceduto sotto lo sforzo.
Il cedimento è frutto di uno stress continuato. In pratica tutti i colpi ricevuti dalla chiglia nel suo passaggio sulle onde oceaniche durante le innumerevoli regate a cui ha partecipato, hanno causato la rottura. La chiglia quindi aveva dei difetti già alla nascita, a livello progettuale.
I calcoli che dovevano portare al dimensionamento del pezzo erano inesatti e hanno determinato un sottodimensionamento dell’appendice.
“Safran Open 60 Ocean Racer, ha subito significative modifiche nel 2012 per aumentare le sue prestazioni – ha dichiarato Gérard Le Page, presidente del Sailing Team Safran – Di fronte alla concorrenza sempre più agguerrita, la barca è stata sottoposta a sempre maggiori livelli di stress in condizioni molto difficili di mare. Gli shock subiti dalla barca e dalle sue appendici sono stati più che violenti e hanno superato le stime fatte dal team progettuale.”
Il presidente ha quindi concluso con una riflessione.“ Tuttavia i miglioramenti arrivano non solo dai successi, ma anche dai fallimenti."
Quanto è accaduto a Safran testimonia come sia difficile per i progettisti di questi mostri da regata trovare il giusto compromesso tra la necessità di fare una barca solida che resista a sollecitazioni mostruose e allo stesso tempo farla veloce per poter competere ai più alti livelli.
Marc Guillemot, che non ha rilasciato alcuna dichiarazione riguardo la chiglia, almeno sino a questo momento, ha, probabilmente, scambiato il rumore della rottura della chiglia con quello di un oggetto sommerso che aveva toccato lo scafo.
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