I ricercatori hanno seguito, grazie a un drone subacqueo, una sorta di fiume sottomarino fatto di correnti che, dagli strati superficiali, punta dritto a una profondità abissale di oltre 700 metri, per poi risalire ancora verso l’acqua meno profonda.
Il comportamento di questa corrente, che avviene in particolari periodi dell’anno e in precise condizioni di temperatura e densità dell’acqua, innesca un meccanismo virtuoso.
“La formazione dei vortici di corrente a forma di cono di un diametro di una decina di chilometri costituiscono dei veri e propri motori con i quali viene rimescolata l’acqua verso il basso garantendo un ricambio continuo di ossigeno” spiega la ricercatrice Elena Mauri.
L’ossigeno porta con sé nutrienti per l’ecosistema. In questo vortice di correnti che sprofonda a oltre 700 metri vengono risucchiate anche tutte le alghe e i micro organismi morti, che risalgono poi sotto forma di azoto e fosforo, ovvero nutrienti per l’ecosistema.
La scoperta dei ricercatori di Trieste, oltre che per la sua unicità e importanza scientifica dati i pochi casi di questo fenomeno nel mondo, è importante anche per il futuro del Mare Adriatico, almeno in quella zona.
La presenza di queste correnti garantisce che la vita dell’acqua si rigeneri in modo rigoglioso, e la salute del mare di conseguenza possa guardare avanti con fiducia.
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