Il verdetto è inquietante: già dopo il 2050, se venisse confermata la previsione di un aumento medio della temperatura di 3 gradi rispetto al periodo pre industriale, ci sarebbero decine di città che rischierebbero di essere sommerse dal mare, in parte o in maniera importante, provocando addirittura delle evacuazioni dei centri abitati.
Una prospettiva al dir poco allarmante, che fa capire quanto i danni irreversibili all’ambiente siano ormai praticamente dietro l’angolo, con conseguenze dirette sull’uomo e sui suoi insediamenti.
Secondo la ricerca la zona più colpita dall’innalzamento del livello degli oceani, causato dall’aumento medio della temperatura, sarebbe l’Asia, dove intere isole potrebbero scomparire o perdere la maggior parte della loro superficie abitabile, ma anche il nord Europa e molte zone delle americhe potrebbero essere colpite da fenomeni importanti.
L’unica soluzione, oltre all’ovvio intervento tempestivo per abbassare il livello di emissioni globali, è quello di predisporre delle infrastrutture costiere che servano da argine contro l’innalzamento del mare: lavori molto costosi per mettere in sicurezza le comunità costiere, che solo pochi paesi al mondo potrebbero permettersi.
In molte zone povere dell’Asia e dell’Africa non sarebbe così, con effetti catastrofici. Occorre sottolineare che il 2050 viene dato come data pessimistica per l’inizio di questo processo, mentre le previsioni più “ottimistiche”, si fa per dire, della stessa ricerca, parlano al massimo del 2070.
Insomma se quanto previsto dagli studiosi che hanno pubblicato questa ricerca fosse vero, i cambiamenti climatici sarebbero in procinto di modificare in modo irreversibile l’aspetto del nostro pianeta con la fattiva collaborazione dell’uomo.
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