I mari di tutto il mondo sono inquinati, e questa non è certo una novità, ma una ricerca portata avanti da un team di studiosi internazionali provenienti da Norvegia, Israele e Inghilterra, ha rivelato nuovi scenari.
Non c’è solo la plastica ad avvelenare il mare, ma anche la luce artificiale prodotta dall’uomo. Il team di studiosi ha elaborato un atlante per stimare l’inquinamento luminoso marino e quantificare che impatto possa avere sugli ecosistemi. I dati che ne sono venuti fuori dovrebbero far riflettere.
Oltre il 3% delle acque costiere globali supera le soglie di luminosità stabilite dagli studiosi, oltre le quali iniziano a esserci delle conseguenze per gli ecosistemi marini. Le principali fonti luminose sono le città, ma anche le enormi piattaforme offshore per l’estrazione di idrocarburi fanno la loro parte, non a caso dalla ricerca come zona più inquinata al mondo viene segnalato il Golfo Persico, ma sono state segnalate anche alcune zone in Adriatico e Tirreno.
La luce eccessiva attira i pesci e gli altri organismi marini anche fino a una profondità di 20 metri, ma quello che, se visto sott’acqua, può sembrare uno spettacolo, con molto pesce che si raduna sotto la colonna di luce, in realtà è il vero problema.
L’inquinamento luminoso altera le fasi vitali dei pesci, limitandone la migrazione, la riproduzione e in parte anche l’alimentazione. Un processo simile finisce quindi per alterare la catena alimentare delle specie, e favorire situazioni anomale come la scomparsa di alcune e il predominio totale di altre.
Secondo la ricerca a peggiorare la situazione sono le illuminazioni al led. La luce blu penetra più in profondità nella colonna d’acqua, causando un impatto maggiore. La soluzione per le piattaforme offshore o l’illuminazione nelle strade che costeggiano il mare sarebbe quella di usare luci al led dalle tonalità più calde.
L’inquinamento luminoso è l’ennesimo campanello di allarme di una pressione che l’uomo esercita sull’ambiente marino e che sta diventando sempre più insostenibile. Gli Oceani di tutto il mondo stanno cambiando in modo irreversibile, senza che vengano posti in essere degli interventi strutturali risolutivi.
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