Il concetto è semplice e diretto: le coste del Nord Adriatico, in particolare la zona del delta del Po e quelle limitrofe, entro fine secolo saranno completamente sott’acqua.
Secondo Mercalli lo scenario è il seguente: nella peggiore delle ipotesi, ovvero che non si verifichi un intervento per una drastica riduzione delle emissioni che causano l’innalzamento della temperatura, entro la fine del secolo la zona dell’alto Adriatico subirà un innalzamento del livello del mare di 120 cm, con un +5 gradi medi di temperatura dell’acqua.
Un disastro di proporzioni quasi inimmaginabili: “L’acqua potrebbe arrivare fino a Rovigo” sostiene Mercalli. L’ipotesi più rosea invece, che prevede però degli interventi tempestivi a livello internazionale per dare risultati concreti entro il 2050, è di un innalzamento di circa 40 cm, con un +2 gradi medi sul termometro.
Qualcosa con cui si potrebbe “convivere”.
Da Grado a Venezia, da Chioggia a Rimini, tutta la zona è a fortissimo rischio. Il delta del Po poi si trova già sotto il livello del mare e rappresenta la zona più sensibile per i processi climatici in corso.
Insomma il tempo è scaduto, o si agisce o le conseguenze dirette anche per l’Italia non tarderanno ad arrivare, questione di qualche decennio.
L’Alto Adriatico viene considerata come una zona a forte rischio, paragonabile al delta del Nilo o ai Paesi Bassi.
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