L’ipotesi, trova fondamento sul fatto che la nave sia andata a finire contro la scogliera di prua, come se il timoniere non si fosse accorto della presenza dell’isola, cosa impossibile se la plancia fosse stata presidiata.
Sull’argomento è intervenuto in questi giorni anche il sindaco dell’isola del Giglio, Sergio Ortelli, il quale ha dichiarato, riferendosi al caso della Mersa II: «Questo episodio riporta all’attualità il tema della sicurezza della navigazione nei nostri mari per cui, oltre alla limitazione delle rotte come il decreto cosiddetto “anti inchino” ha fatto, peraltro senza eliminare il problema, dobbiamo intervenire sulla limitazione degli errori umani. Cambiare le regole ma soprattutto i protocolli della navigazione in modo che il potere di una sola persona, il comandante, venga ridimensionato non come comando ma come controlli e regole» .
Limitare i poteri del comandante dunque. Un’idea che farà venire i capelli dritti a molti, ma che, visto il numero crescente di incidenti in mare che coinvolgono navi, incidenti da addebitarsi molto spesso all’imperizia o alla distrazione del comandante, non suona fuori contesto.
Ricordiamo che nella zona dell’Arcipelago Toscano, negli ultimi otto mesi c’è stato da prima l’Incidente della nave Venezia che ha perso in mare, a largo di Livorno, 198 fusti di sostanze tossiche durante una forte burrasca ampiamente prevista, poi, il caso Concordia che tutti conoscono bene e, infine, questo della Merse II che non ha causato danni ambientali per puro caso.
L’Arcipelago Toscano, significa il parco naturale della Capraia, il Santuario dei Cetaci e uno degli arcipelaghi più belli del Mediterraneo, con il traffico mercantile che transita in queste zone, in assenza di regole migliori, il disastro ambientale è dietro l’angolo tutti i giorni.
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