I due erano convinti che dei velisti ai Caraibi sarebbero passati inosservati e nessuno perquisito la loro barca, ma così non è stato e ora il Pubblico Ministero al processo ha chiesto 10 anni di reclusione per uno.
I due non sono i classici trafficanti di droga: come hanno dichiarato più volte durante il processo, hanno accettato di trasportare un carico di cocaina per dei trafficanti sudamericani perché avevano bisogno di soldi e sognavano l’avventura, ma avevano trascurato il particolare che per navigare su di una barca a vela bisogna saperla portare e nessuno dei due era un velista.
I due per seguire i loro sogni di gloria avevano accettato di fare da corrieri per un compenso di 12.000 euro più 60.000 euro per trovare una barca a vela con la quale portare il carico dai Caraibi al Portogallo.
Da prima avevano pensato di aggregarsi alle barche che tornavano verso l’Europa dopo aver partecipato all’Arc, ma quando erano riusciti a preparare la barca, le barche erano ormai partite. I due non se la sentivano di traversare l’Atlantico da soli e prendevano tempo con i loro clienti con una serie di scuse, fin tanto che questi non decisero che non avevano più intenzione di aspettare e i due, per non fare una brutta fine, sono stati costretti a mettersi in mare.
Sprovveduti e un po’ spacconi, non si sono dati particolarmente da fare per nascondere quello che stavano facendo e in più di un’occasione si sono vantati di essere dei criminali di alto rango.
Quando la polizia è arrivata sulla loro barca, erano in una baia a Martinica, cercando di trovare il coraggio per partire.
Ora avranno dieci anni di tempo per prepararsi psicologicamente a una traversata atlantica.
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