Partiamo da una considerazione, entrambi i sistemi hanno pregi e difetti da soppesare, la scelta dipende dall’utilizzo che vogliamo fare della vela.
La calza consente di progettare la vela con una spalla d’ingresso più rotonda e potente, il gennaker sarà così più versatile e renderà bene anche con vento leggero, consentendoci anche di poggiare oltre i 100 gradi al vento.
Le controindicazioni sono nella gestione della calza dentro la quale viene installato il gennaker. La vela a riposo è voluminosa e pesante, per issarla sarà quasi sicuramente necessario andare a prua per manovrare il circuito della calza. L’ammainata poi va fatta con perizia: va lascata bene la scotta per consentire alla calza di scendere con la vela sgonfia, altrimenti la chiusura non avverrà correttamente.
Problemi, relativi, che non ha invece il gennaker con il frullone, o meglio ne ha di altro genere. I gennaker rollabili, sono leggeri e facili da stivare, si issano e si aprono facilmente, in pochi secondi, e, se ci siamo preparati per tempo, possiamo fare tutto dal pozzetto.
Di contro la forma della spalla della vela sarà molto più magra, per consentire l’avvolgimento con il frullone che sarebbe più difficoltoso se la vela avesse il lato d’ingresso tendente al rotondo.
Avremo così una vela più magra, meno performante con vento leggero o quando cerchiamo di poggiare molto, renderà bene al traverso o al lasco stretto con brezza fresca. Quando decidiamo di avvolgere il gennaker con il frullone dovremo prestare comunque attenzione a lascare adeguatamente la scotta per fari si che la vela si chiuda in ordine.
Quale scelta tra le due è migliore? Se cerchiamo una vela dalla quale ci aspettiamo anche un po’ di performance, sarà meglio realizzare un gennaker con calza con una forma più generosa, a patto di essere disposti a rinunciare qualcosa in facilità di utilizzo. Se invece vogliamo puntare su quest’ultima, il frullone è una soluzione più congeniale anche se a volte meno orientata alle performance.
© Riproduzione riservata